lunedì 29 dicembre 2008

TREGUA SUBITO




Pubblichiamo questo articolo di Abraham B. Yehoshua (scrittore israeliano) tratto da "La Stampa" del 29 dicembre 2008





Ciò che sta avvenendo in queste ore nella Striscia di Gaza era quasi inevitabile. La brutalità con cui Hamas ha posto fine alla tregua non ha lasciato altra scelta a Israele.
Se non quella di ricorrere alla forza per porre fine ai massicci lanci di razzi (una settantina al giorno) sulle comunità civili nel Sud del Paese. Ma, per quanto la distruzione di centri di comando militari e l’eliminazione di alcuni capi di Hamas possa risultare efficace, la tranquillità non sarà ristabilita se Israele non proporrà subito generose condizioni per una nuova e prolungata tregua. Oltre a trattative indirette per una rinnovata interruzione delle ostilità le autorità israeliane dovrebbero rivolgersi ai cittadini della Striscia di Gaza, lanciar loro un appello che provenga direttamente dal cuore. Dichiarazioni ufficiali non mancano, ma mai i leader israeliani si sono rivolti alla popolazione palestinese. Ciò che io propongo qui è un appello che il primo ministro Olmert dovrebbe rivolgere con urgenza proprio ora, mentre il fuoco divampa su entrambi i lati del confine, agli abitanti della Striscia di Gaza. Mi rivolgo a voi, residenti di Gaza, in nome di tutta la popolazione israeliana.

A voi, uomini e donne, commercianti, operai, insegnanti, casalinghe, pescatori. Gente di città e di paese, residenti in villaggi e in campi profughi. Prima che vi siano nuovi spargimenti di sangue, prima che altri, voi o noi, conoscano devastazione e dolore, vi prego di darmi ascolto. Vi chiedo di far cessare la violenza, di aiutarmi a convincere i vostri leader che ci sono altri modi per stabilire rapporti di buon vicinato. Le nostre città sono contigue alle vostre. Dietro il reticolato che le separa vediamo operai e contadini che lavorano la terra, camion che trasportano merci, bambini che vanno a scuola. E lo stesso è per voi. Potete scorgere facilmente i nostri agricoltori nei campi, i bambini che vanno a scuola, le casalinghe che escono a fare la spesa. Saremo vicini in eterno, le cose non cambieranno. Voi non riuscirete a cacciarci da qui, a cancellare la nostra esistenza, e nemmeno noi la vostra (e neppure lo vogliamo). Per parecchi anni abbiamo mantenuto rapporti attivi. I vostri operai arrivavano a lavorare nelle nostre fabbriche, nei nostri campi. Non solo in centri a voi vicini ma anche nelle grandi città - a Tel Aviv, a Gerusalemme, a Natanya.

I nostri commercianti e industriali si recavano da voi per acquistare prodotti agricoli, erigere nuove fabbriche alla periferia di Gaza. Per parecchi anni abbiamo mantenuto un articolato sistema di scambi che ha portato beneficio a entrambe le parti. Tre anni fa abbiamo evacuato i nostri concittadini, smantellato le nostre basi militari e raso al suolo, su vostra richiesta, i pochi insediamenti che avevamo nella Striscia di Gaza. L’occupazione di quella regione è completamente cessata. Ci siamo ritirati oltre il confine internazionale riconosciuto da tutto il mondo: quello antecedente la guerra del 1967. Credevamo che dopo questo sarebbe iniziato un periodo di sviluppo e di ricostruzione. Che avreste ricostituito un sistema amministrativo e che, un giorno, a tempo debito, vi sareste ricollegati, tramite un corridoio sicuro, ai vostri confratelli in Cisgiordania per creare uno Stato palestinese indipendente che noi tutti crediamo e vogliamo che sorga e che ci siamo impegnati a riconoscere in ambito internazionale. Ma anziché l’agognata tranquillità sono arrivati razzi che hanno seminato distruzione e morte nelle nostre città e nei nostri villaggi. Anziché opere di edilizia e di ricostruzione abbiamo assistito a un riarmo senza precedenti. E quelle armi sono state puntate contro di noi.

C’è tra voi chi ci spara addosso razzi e granate in cambio di somme di denaro elargite da Stati e organizzazioni che vogliono la nostra distruzione. E voi, gente di Gaza, pagate le conseguenze delle nostre reazioni con la sofferenza e la distruzione delle vostre case. Non vogliamo combattervi, non vogliamo tornare a governarvi. Ce ne siamo andati per non tornare più. Sappiamo che sarete voi, civili innocenti, donne e bambini, residenti dei campi profughi, operai e commercianti, a pagare il prezzo di un’eventuale, malaugurata guerra.

Ma dovete capite che non abbiamo scelta. Non possiamo continuare a sopportare i lanci di razzi Qassam sui nostri cittadini indifesi. Sta a voi, cittadini di Gaza, appellarvi ai vostri governanti perché mettano fine al lancio di razzi e accettino una vera tregua, prolungata, durante la quale verranno aperti i valichi di confine, sarà permesso il passaggio di merci e, col tempo, gli operai di Gaza potranno tornare a lavorare in Israele. Invece di manifestare a favore di irrealizzabili sogni di distruzione e di vendetta, uscite nelle strade e chiedete la fine della violenza, chiedete che i vostri figli, e i nostri, possano vivere sicuri su entrambi i lati del confine. Chiedete la vita e non la morte.

giovedì 18 dicembre 2008

AUGURI



Il Coordinamento del Circolo di Nerviano augura a tutti gli iscritti e i simpatizzanti BUONE FESTE!!!

Invita tutti domenica 21 alle ore 11 presso la sede del Circolo in via Rondanini 7 per scambiarci gli auguri e brindare al primo anno di vita del PD.

domenica 14 dicembre 2008

ASSEMBLEA PUBBLICA A GARBATOLA


Dal sito del Comune di Nerviano


Come anticipato dal Sindaco Sig. Enrico Cozzi e dal Capo gruppo di maggioranza Sig. Pasquale Cantafio, nella seduta del consiglio comunale del 4 dicembre 2008, si comunica che è convocata un'assemblea pubblica per il giorno:

MARTEDI' 16 DICEMBRE 2008, alle ore 21.00

presso la Sala Civica sita nella scuola primaria di Garbatola, Via Montenevoso, sul tema:

"Problematiche viabilistiche di Garbatola".

La cittadinanza è invitata a partecipare.

sabato 13 dicembre 2008

FILIPPO PENATI CANDIDATO ALLE ELEZIONI PROVINCIALI DI MILANO 2009

ELEZIONI PROVINCIALI 2009: DOMENICA UFFICIALIZZATA CON VELTRONI LA RICANDIDATURA DI PENATI


Domenica 14 al Teatro Strehler, presente il segretario del Pd Veltroni, sarà ufficializzata la candidatura di Filippo Penati alle elezioni provinciali del prossimo anno, con l'obiettivo di portare a casa un secondo mandato presidenziale ed evitare che il centrodestra conquisti l'unica istituzione milanese in mano al centrosinistra. Anticipando oggi, con il segretario metropolitano del Pd Ezio Casati, le linee programmatiche che ispireranno la sua campagna elettorale, Penati ha detto che "Milano merita di tornare a essere un grande laboratorio territoriale del riformismo. E' questo l'impegno che prenderemo domenica con Veltroni". La lista per il presidente e gli altri partiti che sosterranno Penati (Pd, Idv, Socialisti, Sinistra democratica e Verdi) dovranno rispettare il codice etico del Pd: "Abbiamo lanciato - hanno detto Penati e Casati - una questione importante per chi aderirà alle nostre liste, che tutti si impegnino a rispettare il codice etico che abbiamo sottoscritto e che è uno degli elementi fondanti del Pd".

LA DIFFERENZA LA FAI TU


12, 13 e 14 dicembre, le giornate nazionali di adesione al Partito Democratico

Poco più di un anno fa, 3 milioni e mezzo di persone, uomini e donne di ogni età e condizione sociale, hanno scelto di partecipare alle Primarie del Partito Democratico.

Lo hanno fatto credendo fortemente in un partito nuovo, capace di visione strategica, di scelte coraggiose e innovative. Hanno così contribuito, tutti e ciascuno, alla realizzazione concreta di un grande progetto che ha cambiato il quadro politico del Paese.

È stato un modo straordinario di avviare un dialogo, di intraprendere un percorso; di evidenziare che la partecipazione, l’uso concreto degli strumenti democratici, è un esercizio possibile, che permette di cambiare realmente le cose e ci rende veramente più liberi.

Oggi è tempo di dare seguito al dialogo allora iniziato. Il Partito Democratico appartiene a tutti coloro che ci hanno creduto e scommesso. C’è spazio per costruire insieme una politica delle idee, dell’iniziativa, della sollecitazione.

È un diritto/dovere di ciascuno, previsto dalla Costituzione stessa (art. 4). Ciascuno può contribuire alla costruzione di una società più giusta, più onesta, più dinamica, improntata alla solidarietà e al rispetto per la persona.

Il senso e il significato delle “Giornate Nazionali di Adesione al PD” è tutto qui. Nella possibilità concreta di esserci, dire, fare, contare. Iscriversi è fare palestra di democrazia, voler vivere da protagonista la vita del Paese e contribuire a costruire il Paese che vogliamo, uno Stato che difenda e faccia lievitare i diritti primari: diritto al lavoro; giustizia uguale per tutti; informazione trasparente e indipendente; assistenza sanitaria efficace; istruzione equa e adeguata.

Sono diritti che ogni democrazia dovrebbe sostenere, mentre oggi, in Italia, essi sono sistematicamente calpestati dal governo di centro destra.

C’è, nei sogni di noi tutti, un paese diverso, moderno, efficiente, civile dove le regole della democrazia valgono e vengono rispettate.

Realizzarlo è possibile. Si tratta di volerne sostenere l’onere con l’impegno personale e collettivo, mettendo a tacere quel dubbio che spesso si agita in ciascuno di noi, e che ci fa chiedere: ne vale la pena? Sì, ne vale la pena.

Aderisci al Partito Democratico.
La differenza la fai tu

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Le tre giornate nazionali

12 dicembre

Certaldo (FI) – ore 21.00 c/o Sala Soci Coop - Via Monteverdi (partecipa Marco Minniti)
Città Ducale (RI) – ore 17.00 Palazzo della Comunità - Piazza del Popolo (partecipa Antonello Soro)

13 dicembre

Padova - ore 11.00 Via S. Fermo (partecipa Andrea Martella)
Trento – ore 10.00 Piazza Pasi (partecipa Giorgio Tonini)
Isola d'Elba – ore 15.00 Portoferraio (LI) Sala della Provincia (partecipa Vannino Chiti)
Ancona – ore 16.30 Circolo Via Pesaro 14/a (partecipa Goffredo Bettini)

14 dicembre

Milano – ore13.00 Circolo Cooperativo dell'Ortica - Via S. Faustino 5 (partecipa Walter Veltroni)
Bari - ore 10.30 c/o Sede regionale PD - Via Re David 37 (partecipa Massimo D'Alema)
Paternò (CT) – ore 11.00 Gazebo Via Vittorio Emanuele (partecipa Anna Finocchiaro)
Catania – ore 12.00 Piazza Stesicoro (partecipa Anna Finocchiaro)
Piacenza – dalle ore 9.00 alle ore 13.00 EXPO località Mose (partecipa Maurizio Migliavacca)
Roma - Ore 11.00, Circolo PD Portuense - Via Pietro Venturi, 33 - Roma (partecipa Paolo Gentiloni).


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dallo Statuto

Art. 1 “Il Partito Democratico è un partito federale costituito da elettori ed iscritti, fondato sul principio delle pari opportunità”
Art. 2.1 “Il Partito Democratico è aperto a gradi diversificati e a molteplici forme di partecipazione
Art. 2.2 «Per “iscritti” si intendono le persone che (cittadine e cittadini italiani nonché cittadine e cittadini dell’Unione europea residenti ovvero cittadine e cittadini di altri Paesi in possesso di permesso di soggiorno) si iscrivono al partito sottoscrivendo il Manifesto dei valori, il presente Statuto e il Codice etico»

dal Codice etico

«….. Le donne e gli uomini che aderiscono al Partito Democratico riconoscono nella Costituzione italiana la fonte primaria delle regole della comunità politica.
Considerano i suoi principi, insieme a quelli sanciti nelle Carte sui diritti umani e sulle libertà fondamentali, il riferimento di un impegno politico al pieno servizio del bene comune, della giustizia sociale, di un modello inclusivo di convivenza…»

dal Manifesto dei valori

«…. Si riapre una speranza, si può tornare a pensare il futuro. Questa grande forza popolare, intorno alla quale si stanno raccogliendo le tradizioni culturali e politiche riformatrici del Paese, si pone il compito di mobilitare le energie e i valori del nostro popolo per rimettere questo Paese in cammino. Bisogna fare un’Italia nuova. Questa è la ragione ed è la missione del Partito Democratico: ricollocare l’Italia negli inediti scenari aperti dalla globalizzazione del mondo, riunire gli italiani sulla base di un rinnovato patto di cittadinanza, dare loro la coscienza e l’orgoglio di essere una grande nazione….».

domenica 7 dicembre 2008

QUALE FUTURO PER LA SCUOLA ITALIANA



IL CIRCOLO DEL PD DI LEGNANO
ORGANIZZA PER VENERDI' 12 DICEMBRE ALLE ORE 21
presso la Sala Leone Da Perego
Via Mons. Gilardelli, 10 - LEGNANO
un Seminario sul tema

QUALE FUTURO PER LA SCUOLA ITALIANA
con la sen.
Mariapia GARAVAGLIA
Ministro ISTRUZIONE
Governo Ombra PD




Il crollo di un soffitto in un Liceo di Rivoli, in provincia di Torino, causa un morto e numerosi feriti, anche gravi. Una giovane vita si interrompe nel luogo dove più di ogni altro si costruisce il futuro.
Nessun commento strumentale all’episodio che poteva succedere sotto qualsiasi bandiera e in qualsiasi momento. Le condizioni della maggior parte degli edifici scolastici sono note anche se non sono così drammatiche come si ritiene. Certamente
la lunghezza della burocrazia e la mancanza cronica di stanziamenti creano più di una difficoltà e poi, in Italia, è difficile individuare responsabilità dirette. Qualche dato si può (e forse si deve) citare.
Nella finanziaria 2007 del governo Prodi erano stati stanziati oltre 100 milioni di euro per la messa a norma degli edifici scolastici (forse pochi ma c’erano); nella manovra finanziaria 2008 del governo Berlusconi solo tagli. Può essere utile ricordare che il prestito ponte all’Alitalia è stato coperto sottraendo fondi alla ricerca universitaria; può essere utile ricordare che l’abolizione dell’ICI anche agli abbienti (coloro che non avrebbero fatto alcun sacrificio a pagare l’imposta) mette i comuni in difficoltà soprattutto sulla scuola e sui servizi sociali. Può
essere utile ricordare che le scuole devono pagare le visite fiscali ai docenti assenti per malattia e non hanno fondi stanziati allo scopo.
Può essere utile ricordare che a Legnano sono più di vent’anni che si devono ristrutturare le tre principali scuole della città (il Dell’Acqua e i due Bernocchi)e i lavori non sono ancora ultimati.
La scuola è il luogo, come dicevamo sopra, dove si costruisce il futuro. Quale scuola stiamo costruendo se le strutture restano precarie, se il maestro diventa unico e si istituiscono le classi ponti per gli immigrati, se i ricercatori italiani sono costretti ad andare all’estero, se la scuola superiore non si allinea ai livelli europei, se non decolla la formazione tecnica superiore e così via?


prof. Salvatore Forte
portavoce PD del Circolo di Legnano

domenica 30 novembre 2008

BILANCIO 2009. SI RIDUCE LA PRESSIONE TRIBUTARIA



Dal Sito del Comune pubblichiamo il comunicato stampa invitando a partecipare all'Assemblea pubblica di lunedì 1 dicembre.







La scorsa settimana la Giunta Comunale ha proceduto all'approvazione di una prima proposta di bilancio - definita "bilancio-tecnico" - da sottoporre al Consiglio Comunale a dicembre.
Il documento verrà illustrato ai cittadini nell'assembla pubblica del 1° dicembre. Esso non contiene sostanziali novità rispetto agli stanziamenti assestati all'inizio del 2008.
Ci preme però evidenziare che, nonostante le rigidità ed i tagli imposti da Governo e Parlamento, alcune scelte innovative sono state introdotte e vanno tutte nella direzione favorevole ai cittadini.
Ci riferiamo in particolare a due novità sul fronte "entrate": la prima registra la scelta fatta dal Consiglio Comunale lo scorso 14 novembre e prevede la equiparazione a prima abitazione, con conseguente esenzione dall'imposta ICI, delle unità immobiliari concesse in uso gratuito ai parenti in linea retta fino al secondo grado (genitori e figli, nonni e nipoti) e collaterali (fratelli e sorelle); la seconda prevede l'azzeramento delle tariffe per l'uso delle palestre da parte di squadre sportive giovanili.
Le due variazioni porteranno a minori introiti nelle casse comunali che verranno sostanzialmente pareggiate da riduzioni di spesa sui servizi amministrativi dell'ente (le spese per sociale, cultura e sicurezza invece non verranno toccate e addirittura subiranno leggeri aumenti).
Un ulteriore dato significativo ed emblematico dell'indirizzo politico su cui intende muoversi la nostra Amministrazione è quello rappresentato dal totale azzeramento dei ricorsi ai mutui. Tale scelta, peraltro imposta dalle rigide regole del Patto di stabilità imposto dal governo, avrà effetti negativi sulla possibilità di fare investimenti, ma avrà come benefico effetto quello di ridurre l'indebitamento futuro dell'ente liberando nuove risorse per servizi ai cittadini.
"In sostanza stiamo per varare un bilancio tecnico - ha chiarito l'assessore al Bilancio Alberto Carugo - che contiene una significativa dimostrazione degli indirizzi su cui intende muoversi l'Amministrazione. Contiamo, nelle prossime settimane, di procedere ad un assestamento sostanziale dei conti ma è certo che la riduzione del carico fiscale e della pressione tributaria, già presente in questo primo documento, verrà confermata e se possibile ulteriormente consolidata."

mercoledì 26 novembre 2008

FACCIAMO TARDI IN BIBLIOTECA


Dal sito del Comune di Nerviano.
L'Amministrazione comunale propone l'apertura serale della biblioteca mettendola a disposizione degli utenti nella giornata di giovedì in orario continuato dalle 14.30 fino alle 23.00. L'obiettivo dell'estensione dell'orario è, ovviamente, quello di avvicinare alla biblioteca un numero sempre maggiore di persone, anche proponendo una serie di iniziative per coinvolgere in particolar modo gli adulti che difficilmente riescono a fruire del servizio durante il giorno.

Nell'occasione dell'apertura serale di giovedì 27 novembre dalle ore 21.00 FELICE ACCAME, docente di didattica delle comunicazioni e conduttore di "Caccia all'ideologico quotidiano" a Radio Popolare, presenta il suo libro L'ANOMALIA DEL GENIO E LE TEORIE DEL COMICO.

"Ciascuna biblioteca che si rispetti, deve avere la capacità di porsi
dentro il tessuto urbano, di stimolare la domanda culturale dei
cittadini e di dare risposte. Una biblioteca priva di questa
intelligenza è davvero somma di libri, ovvero la negazione della essenza
stessa della biblioteca.

I temi con cui ci siamo confrontati sono:
* Orari di apertura: non più strani orari di ufficio ma fasce
pomeridiane, serali, tardo serali e, perché no, notturne e festive
* Punti di prestito delocalizzati sul territorio comunale: le frazioni,
non sempre collegate al capoluogo lamentano lo stato di abbandono
* Descolarizzazione: sganciarsi dal modello di lettura come dovere. Ai
quattordici anni l'abbandono del libro realizza l'insuccesso di queste
strategie.
* Defemminilizzazione: andiamo a stanare i maschietti che ancora credono
che il libro sia cosa per femminucce
* Dobbiamo avere la capacità di inserirci nel ciclo di formazione
dell'individuo, inserendo gradualmente elementi di contaminazione, del
resto nel nostro programma elettorale si parla della cultura che è
contagiosa.

Un nuovo passo verso gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere
entro la fine del nostro mandato è rappresentato dal nuovo orario della
biblioteca: il giovedì sera dalle 21,00 alle 23,00. Non è stato facile
rimuovere ostacoli e ragnatele e, quando alla fine pensavamo di avercela
fatta, ecco il problema dei problemi: i servizi. Eh sì, sembra
incredibile ma chi prima di noi ha pensato alla Biblioteca ha
dimenticato i servizi. Abbiamo allora dovuto provvedere a un servizio di
custodia che controllasse chi, dovendo andare ai bagni, lontani nel
cortile o in sala Bergognone, non si inoltrasse in altri ambienti
dell'edificio".


L'Assessore alla Cultura
Girolamo Franceschini

domenica 23 novembre 2008

DAL CONSIGLIO COMUNALE

Venerdì 14 al punto 4 dell’Ordine del giorno del Consiglio Comunale si discuteva dell’acquisizione in via bonaria di un’area per la realizzazione della nuova Scuola Primaria di Via dei Boschi, si tratta di un atto dovuto con un corrispettivo congruo e accettabile, uno di quei punti all’o.d.g. che ci si aspetta vengano approvati senza molte discussioni.




Ma dall’intervento di un consigliere della maggioranza ci si rende conto che in realtà quel terreno avrebbe potuto essere già di proprietà dell’Amministrazione Comunale a titolo gratuito se solo si fosse dato seguito a quanto proposto dal proprietario nel 2002 con una osservazione al PRG.

Dall’intervento riportiamo:

"Il proprietario del terreno, presa visione del nuovo Piano Regolatore Generale di Nerviano, approvato con delibera consiliare n. 49 del 28 giugno 2002, presenta un’osservazione, protocollata il 5 ottobre 2002 al Protocollo del Comune di Nerviano al n. 29.636, nella quale si chiede di convertire parte dell’area, che è lunga poco più di 100 metri e larga solo 10 metri (circa 1000 mq) da “Area per attrezzature pubbliche” a residenziale per potere costruire un posto auto promettendo di non sfruttare l’area residenziale acquisita per ampliare l’edificio esistente che è stato appena ristrutturato.
Il proprietario chiedeva di convertire solo 385,86 mq dei 1000 metri a diposizione e si diceva disponibile a cedere gratuitamente all’Amministrazione parte della porzione residua.
Il punto 9 dell’osservazione recita testualmente: “L’accoglimento di queste ultime, inoltre, per il fatto di valorizzare l’utilizzo della porzione più interessante dell’area in discussione, potrebbe far sorgere l’opportunità di liberarsi di parte della porzione residua, cedendola gratuitamente alla spettabile Amministrazione”.
L’Amministrazione in carica allora che fa?
Non solo non negozia per acquisire totalmente l’area residua o, perlomeno, una parte consistente della medesima, ma trasforma totalmente l’area in residenziale al punto tale che il “povero” (tra virgolette) proprietario è costretto successivamente a chiedere la riduzione dell’ICI per quell’area di cui non se ne avrebbe fatto niente.
Per comprenderci meglio, è come se il vostro vicino di casa vi chiedesse (e voi aveste il potere di concederlo) di fare un garage attaccato al muro di cinta e in cambio vi regala un bel pezzo di terra confinante. Confinante, non a Honolulu, dove si farebbe fatica a gestirlo.
Bene, ora voi che fate? Non solo dite che la cosa non vi interessa, ma gli date anche il permesso di sfruttare il pezzo di terra che vi vuole regalare, che ora è coltivato a pomodori, ma domani potrebbe diventare un bel garagione dove ci stanno anche i pullman della Stie.
L’Amministrazione in carica allora ha fatto proprio così e siccome adesso abbiamo bisogno di quell’area dobbiamo comperarla dal proprietario e magari dobbiamo ringraziarlo perché non ha esagerato con il prezzo. Si tratta di circa 630 mq di terreno residenziale a 50.000 Euro. Fanno circa 80 Euro al mq. Valutate voi."


Di fronte alle argomentazioni della maggioranza scatta la reazione stizzita del G.I.N. e della Lega.
Si tratta di “lesa maestà”, si vuole mettere in dubbio che le amministrazioni precedenti, quelle del “buon padre di famiglia” e del “difensore del territorio nervianese dall’assalto dei cementificatori” abbiano potuto aver fatto un errore così madornale, .. è colpa degli uffici …. dei funzionari …. della sinistra strumentalizzatrice etc. etc. ma non sia mai che si debba ammettere una leggerezza, un errore di valutazione…. A meno che non di questo si tratti ma di una tendenza rilevabile anche in altre scelte urbanistiche.
Sarà nostra cura verificare che non esistano altri casi simili per ora sottotraccia e che rischiano di verrano alla luce solo quando si tratterà di attuare scelte concrete.
Ovviamente dopo aver espresso queste posizioni la Lega, il GIN e Nerviano 2011 votano contro la delibera arrivando addirittura a sostenere che si stanno regalando soldi al proprietario (questo nonostante il parere legale espresso dal Segretario Comunale che attestava che ora non si poteva fare diversamente) e va beh!!! Quando si ha la coda di paglia…..
Stupisce la posizione di Forza Italia (all’opposizione l’altro ieri, all’opposizione ieri, all’opposizione oggi … del doman non vi è certezza) che pur non avendo, in teoria, niente da difendere si accoda votando contro con argomenti francamente risibili (mancanza di documentazione !!! De che..).
Che dire! se il Comune deve spendere 50.000 € per acquisire un’area che poteva già essere sua gratis non riteniamo di possa parlare di buona amministrazione, alla faccia del buon governo legato al territorio!!!!

venerdì 21 novembre 2008

GIUSEPPE ELIA ELETTO COORDINATORE DEL PD LEGNANESE

Giuseppe Elia, del Circolo di San Vittore Olona, è stato eletto Coordinatore della neo costituita Zona Legnanese del PD.
La zona comprende i circoli di Busto Garolfo, Canegrate, Cerro Maggiore, Dairago, Legnano, Nerviano, Parabiago, Rescaldina, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona e Villa Cortese.
Raffaella Masetti (Parabiago) e Salvatore Forte (Legnano) entrano a far parte della Direzione Metropolitana Milanese del PD.
Riportiamo parte del testo della mail che Giuseppe ha inviato ai portavoce dei Circoli augurando a lui, a Raffaella e Salvatore buon lavoro.

.... vi chiedo di ringraziare, da parte mia, di Raffaella e di Salvatore, tutti i componenti dei coordinamenti che, con la loro ampia partecipazione alle votazioni di domenica, ancora una volta hanno dimostrato come i circoli della nostra zona siano realtà attive e partecipate, composte da donne ed uomini che credono nel PD e contribuiscono alla crescita ed all'affermazione di questo progetto condiviso.
Ci attende ora il compito più entusiasmante ed impegnativo: radicare il PD nel nostro territorio, farlo diventare il punto di riferimento politico di un numero sempre maggiore di cittadini.....
Giuseppe Elia

lunedì 10 novembre 2008

domenica 9 novembre 2008

A CHI AMA LEGGERE…

Riportiamo da “La tua Città Nerviano Informa” invitando i visitatori a partecipare:

Questo avviso si rivolge a quanti amano leggere, e più in generale sono interessati alle attività cosiddette culturali - non spaventi il termine - necessarie a ravvivare le nostre vite.
Abbiamo in mente un gruppo di persone il più possibile eterogeneo, che si impegni ad affiancare con proposte e azioni l’attività della biblioteca. Si parla di libri ma non solo: tutto quanto è cultura nel senso più vasto del termine, spettacoli, film, mostre e altro.
Per altro intendiamo tutto quanto non è in grado di pensare o non appartiene solo al mondo di chi scrive.
Pensiamo di vederci una sera, in modo del tutto informale, al bar dell’Ex Meccanica e, davanti a un buon bicchiere o altro, parlare e, soprattutto ascoltare.
Questo avviso nasce dopo aver ascoltato alcuni frequentatori della biblioteca e alcuni cittadini presenti agli spettacoli questa estate, che proponevano idee nuove e progetti.
Vorremmo dare spazio a tutto questo.

L’incontro è fissato per martedì 11 novembre 2008 alle 21.00, presso il bar dell’Ex Meccanica.

Per maggiori ragguagli: 0331 - 438976

domenica 2 novembre 2008

L'ALTRA FATICA


Giovedì 6 Novembre alle ore 21
Sala Bergognone - Palazzo Municipale


Nicoletta Bigatti presenterà il suo libro viaggio nel lavoro femminile nelle fabbriche dell'Alto Milanese in epoca fascista



Seguirà la proiezione del documentario LO STABILIMENTO
Con interviste e racconti di lavoratrici, lavoratori e sindacalisti sul mondo della fabbrica tessile a Nerviano

giovedì 30 ottobre 2008

DIFENDIAMO LA SCUOLA PUBBLICA

Pubblichiamo il testo della mozione approvata dal Consiglio Comunale di Nerviano con i voti favorevoli della maggioranza (Ulivo - Italia dei Valori) il voto contrario di Forza Italia, Nerviano 2011 e GIN e l'assenza della Lega Nord


Il Consiglio Comunale di Nerviano

- Esprime preoccupazione di fronte alle proposte di modifiche della Scuola pubblica italiana annunciate ed in parte realizzate da parte del governo.

- Denuncia il metodo utilizzato, in quanto non ha visto il confronto con il mondo della scuola ed un coinvolgimento del Parlamento. Le modifiche di una parte così importante della società non si fanno con i decreti legge.

- Non condivide alcune decisioni prese quali:
• Taglio delle risorse di 7.800 milioni di Euro nei prossimi quattro anni.
• Riduzione di 87.000 docenti di fronte ad un previsto aumento di alunni
• Riduzione delle ore di lezione e di materie
• Chiusura di plessi e scuole con meno di 500 alunni.

- Avverte che questa politica non potrà non pesare sulla qualità della didattica anche a Nerviano perché avrà come conseguenza:
• Classi più numerose
• Maggiori difficoltà di inserimento per gli alunni diversamente abili
• Problemi di inserimento per gli alunni figli di immigrati, con maggiori difficoltà di insegnamento nelle classi, per carenza di mediatori culturali
• Riduzione delle materie scolastiche
• Rischio di mantenimento del tempo pieno e prolungato

- Fa notare che non essendo più garantita la frequenza nel pomeriggio le maggiori conseguenze ricadranno sui genitori ed in particolare su quelli che lavorano
- Non è d’accordo nello scaricare sugli enti locali ulteriori supplenze per il funzionamento della scuola. Un aumento degli interventi, per garantire lo svolgimento di attività didattiche nel pomeriggio, non sarebbe possibile senza maggior costo delle tariffe per i cittadini nervianesi.
- Si associa pertanto alle richieste di revisione e modifica del progetto governativo attuale, espresso in molte maniere dal personale scolastico e dai genitori
- Chiede alla forze sociali e politiche l’impegno affinchè si realizzi una Riforma discussa, vagliate e condivisa dalla grande maggioranza del mondo della scuola e della società civile.
- Considera la necessità di avere come presupposto politico, non la visione dell’istruzione pubblica come “Capitolo di spesa” ma come “Investimento e Risorsa” per offrire una Scuola pubblica in grado di garantire la crescita civile e culturale dei cittadini adulti di domani e di oggi.


Il Capogruppo “Ulivo – Italia dei Valori”
Pasquale Cantafio

martedì 28 ottobre 2008

DOPO MALPENSA PRECIPITA ANCHE LINATE: -14 PER CENTO DI PASSEGGERI IN OTTOBRE


La crisi economica si abbatte su Linate che stava cercando di mantenersi in linea di volo dopo il divorzio di Alitalia, che ha messo in ginocchio Malpensa. Nelle ultime tre settimana di ottobre, lamenta il presidente della Sea Giuseppe Bonomi, i passeggeri in transito dal Forlanini sono diminuiti del 14 per cento. Poiché Linate, come sottolineano fonti delle compagnie straniere operanti sullo scalo meneghino, ha una clientela quasi esclusivamente di affari, il calo dei passeggeri è la prova provata che la crisi economica non fa distinzioni.

Su Malpensa è invece tornato il presidente della Provincia Filippo Penati, il quale non si rassegna a considerarlo come uno scalo di serie B: "Oggi è un piccolo aeroporto regionale, ma il suo futuro non può essere confinato alle compagnie low cost. Potrà continuare a vivere se, al posto di Alitalia e Cai che cancellano voli, arriveranno nuovi vettori per collegare Milano e la Lombardia ai cinque continenti": "Se non interviene - ha sentenziato Penati - il Governo firmerà il certificato di morte dello scalo".

Questa sera alle ore 21 FILIPPO PENATI incontra gli amministratori, i Coordinatori dei circoli e gli iscritti al PARTITO DEMOCRATICO del Castanese, Magentino e Legnanese presso la Sala Civica S. Pertini via Battisti 11 a NERVIANO

mercoledì 22 ottobre 2008

FOA: ANTIFASCISTA, INTRANSIGENTE, MAI STATO COMUNISTA


di NICOLA TRANFAGLIA


Vittorio Foa lascia un vuoto straordinario in chi scrive come in tutta la sinistra italiana ed europea. È stato, per un tempo assai lungo, una personalità che riusciva ad unire la simpatia umana, la concretezza dell’uomo d’azione con la limpidezza del pensiero e l’ottimismo nell’avvenire.



L’avevo conosciuto più di trent’anni fa e per i settant’anni gli avevo fatto una lunga video-intervista con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio sugli anni della sua cospirazione antifascista.

Già perché Vittorio (che quest’anno aveva appena compiuto novantotto anni) era stato arrestato a Torino già nel 1935 grazie alla soffiata di un confidente dell’Ovra fascista e fu per dodici anni prigioniero a Regina Coeli e in altri carceri come militante di Giustizia e Libertà, il movimento fondato da Carlo Rosselli ed Emilio Lussu. Liberato nell’agosto 1943 aveva condiviso a lungo la cella con altri noti antifascisti come Ernesto Rossi, Massimo Mila e Riccardo Bauer.

Appena libero fu, con Ugo La Malfa, segretario del Partito di Azione,eletto quindi nel 1946 deputato del Pda e poi, sciolto il Partito di Azione nel 1947, deputato del Partito Socialista Italiano per tre legislature.

Nel 1948 aderì alla Fiom, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil di cui divenne, sette anni dopo, segretario nazionale.

A metà degli anni sessanta aderì al Partito Socialista di Unità Proletaria di cui divenne uno dei maggiori dirigenti nazionali e nel 1992,dopo esser stato senatore indipendente nelle liste del Pci nella legislatura precedente, decise di lasciare la politica attiva.

Si dedicò a scrivere libri in gran parte autobiografici. Tra i tanti che ha pubblicato voglio ricordare in particolare Il Cavallo e la Torre (Einaudi, 1991)che raccoglie una sorta di personalissima e godibile autobiografia, Questo Novecento (Einaudi, 1996) che ci restituisce la sua visione problematica e acuta del secolo ventesimo e le sue Lettere della Giovinezza (1935-1943) pubblicate sempre da Einaudi nel 1998.

Tra queste ultime che portano il lettore nelle carceri fasciste, ricordo sempre quella scritta subito dopo la caduta del fascismo il 25 luglio del 1943: «Al mutamento radicale nella situazione politica del paese non corrisponde purtroppo un adeguato mutamento nella situazione interna del carcere. Qui tutto è sostanzialmente immutato, ossia fascista». Parole profetiche per la crisi italiana, potremmo dire.

Le idee essenziali che hanno caratterizzato in vari momenti la riflessione dell’uomo politico torinese mi paiono oggi più che mai attuali. Foa era, dagli anni trenta, un europeista convinto che aveva visto assai presto la necessità storica dell’unione dei popoli e degli stati europei dopo la catastrofe fascista, almeno in parte dovuta ai nazionalismi che avevano prevalso dopo la prima guerra mondiale nel vecchio continente.

Il secondo punto forte delle sue idee era quello delle autonomie locali e delle comunità umane più piccole mortificate dal centralismo francese , come da quello italiano, negli anni del liberalismo e, ancor più, del regime fascista.

Infine Foa si preoccupava della frammentazione politica che aveva caratterizzato, nel periodo liberale,come in quello repubblicano,la partecipazione politica ed elettorale e si pronunciò più volte per un sistema elettorale maggioritario che mettesse insieme le forze affini e rendesse più efficiente il sistema politico.

Non era mai stato comunista ma collaborò nella Cgil, come nei partiti di sinistra, con i comunisti italiani e riuscì sempre a mantenere la sua autonomia di pensiero e di azione.

Il suo antifascismo nacque e rimase sotto il segno della intransigenza sui valori di fondo che erano le libertà civili dei cittadini e la solidarietà sociale. In questo senso militò nel movimento sindacale con grande passione ed ebbe per Giuseppe Di Vittorio una particolare amicizia e venerazione soprattutto per la sua umanità e la capacità di difendere gli interessi dei lavoratori, senza dogmatismi né rigidità.

Intervistato l’anno scorso da un telegiornale italiano, Foa disse, non a caso: «Bisogna guardare la concretezza dei fatti... Dobbiamo vedere non le idee generiche, ma come si possono realizzare le cose». Sono del tutto d’accordo con lui.

La politica italiana, purtroppo, è sempre stata,anche a sinistra, piena di idee astratte e scarsa di fatti concreti. Di qui l’importanza di una personalità come quella di Vittorio Foa che ha dimostrato,in tutta la sua vita, di privilegiare l’esperienza concreta rispetto alle discussioni fumose che piacciono tanto a molti politici e intellettuali del nostro tempo.

In questo senso, essendo quasi centenario, Vittorio restava un uomo giovane e vivo per il suo tempo.

da: L'Unità 21 ottobre

lunedì 20 ottobre 2008

A SPASSO PER MILANO CON IL TOTEM DI 02PD SULLE PROMESSE MANCATE DEL GOVERNO

20/10/2008



Parole parole parole. A guardare il totem-countdown con l'impietoso resoconto delle promesse mancate del Governo Berlusconi, che i militanti di 02pd hanno giocosamente portato a spasso tra piazza della Scala e il Duomo, viene in mente la canzone che Mina cantava anni fa con il sottofondo della voce di Alberto Lupo. Promesse come parole al vento quelle che il totem, simile al display che davanti alla stazione Centrale scandisce il conto alla rovescia all'entrata in funzione dell'alta velocità ferroviaria, ha squadernato sotto gli occhi dei milanesi: + 202 giorni di ritardo per il decreto sulla governance dell'Expo; + 140 milioni regalati a Catania; + 500 milioni donati a Roma; - 150 milioni a Milano. Ecco i numeri del Governo del "milanesissimo" Berlusconi, che documentano la diversità di trattamento riservata a Roma e Catania rispetto a Milano e al Nord. E che fanno venire le convulsioni a quelli della Lega, amicissimi di Silvio, e li obbligano a fare le contorsioni per giustificarsi, invano, dall'aver perso la faccia.
Il countdown esposto oggi nel salotto di Milano proseguirà sul sito www.02pd.it. "Con la speranza - ha detto il consigliere comunale del Pd Pierfrancesco Maran - di disattivarlo quanto prima. Significherà che almeno il decreto Expo è arrivato e che Milano potrà mettersi al lavoro essendo finalmente terminata l'indegna lotta per le poltrone".

Da: http://www.democraticiamilano.it

sabato 18 ottobre 2008

MALATI DI RANCORE





Abbiamo letto nei giorni scorsi questa riflessione di Paola Pessina (già Sindaco di Rho) ci sembra molto interessante.
La pubblichiamo invitando i visitatori a commentare.







Fausto Cristofoli e suo figlio Daniele hanno finito a sprangate un ragazzo italiano di pelle nera di 19 anni, Abdul Guiebré, che con due coetanei li aveva infastiditi all’alba nel loro bar, a Milano. L’amministrazione milanese non ha perso un minuto a diramare la parola d’ordine: non è razzismo. Milano e Italia assolte. Con la coda di paglia di chi ha costruito la campagna elettorale della destra vincente a Roma e nel Paese sull’omicidio di Giovanna Reggiani da parte di un balordo rom, Matteo Salvini della Lega mette le mani avanti: "Tutto il mio disprezzo a chi strumentalizza". Per chi si permettesse di dissentire dalle parole d’ordine, disprezzo. Tanto per cambiare: una goccia in più nella marea già montante del rancore. Se la dignitosissima famiglia Reggiani avesse sputato lo stesso disprezzo su chi ha strumentalizzato a proprio vantaggio la morte di Giovanna, quanti starebbero ancora lì ad asciugarsi la faccia? C’è chi il rancore si sforza di spegnerlo, e chi di attizzarlo, in questo Paese. E lo chiama sicurezza.
L’Assessore alla sicurezza in Lombardia è Piergianni Prosperini di AN: per ruolo dovrebbe estinguere i focolai di tensione, e invece è la star di tutte le risse televisive in tema di convivenza civile. La sua analisi: “Ovvio che mi spiace per come è finita questa storia [come no! quelli che la sanno lunga come lui, ce l’hanno proprio stampato in faccia, il dispiacere …] ma parliamo di un giovane che è stato ucciso alle 5,30 del mattino mentre andava al Leoncavallo dopo aver rubato in un bar [inquadrato in 3 stereotipi il ragazzo: vagabondo, comunista, ladro]. Si tratta di una rissa finita male. Stiamo parlando di due individui che vedendosi derubati hanno reagito come fanno normalmente persone che hanno quei precedenti penali, ovvero decisamente male [liquidati in 2 stereotipi i baristi: pregiudicati, rozzi]. Cosa volete che c’entri il colore della pelle in un caso simile?” Già, che bisogno c’è di uno stereotipo in più? I 5 elencati bastano e avanzano a chiudere il fatto in cronaca di ordinaria violenza metropolitana.
E invece non è ordinaria. Parliamone. Perché la cura del problema non dipende dal decidere se Milano è malata o no di razzismo. Ma dall’ammettere che Milano – l’Italia – è malata di rancore. Una malattia che si sta aggravando proprio con l’esasperazione di luoghi comuni, consolatori o accusatori secondo il gioco delle parti. Ci vogliono onestà e coraggio per scavare oltre, in questo e negli altri omologhi episodi che si moltiplicano, con le stesse dinamiche. Se Abdul avesse avuto la faccia bianca, probabilmente i baristi avrebbero visto in lui quello che era: solo uno dei tanti figli italiani senza regole, in giro a far danni di notte, con cui chi lavora in periferia ha a che fare anche troppo spesso. Nostri. E la spranga si sarebbe fermata prima del massacro. Ma di fronte a chi porta in faccia la diversità, “i nostri” non ci hanno visto più: Abdul non è “dei nostri”. E’ sul “bastardo” che la spranga non ha più inibizioni. O invece immaginiamo che la spranga colpisca a morte comunque, e a terra ucciso resti un qualunque diciannovenne bianco, lui sì dei “nostri”. Quale il giudizio dell’opinione pubblica? Chi si stava difendendo da chi, tra un figlio di mamma ladruncolo incauto e due adulti con precedenti penali proprio per reati contro il patrimonio?
Ma Abdul – italiano - la pelle ce l’ha nera. Perciò non solo non è più “dei nostri”, ma non è più neanche un individuo; viene chiuso a chiave dentro una categoria: quella degli “intrusi”. E’ la paura covata che diventa rancore; impedisce di identificare gli altri uno a uno come persone, e li fa percepire in blocco come minaccia: il nemico. I baristi pregiudicati di periferia, penultimi della fila, hanno sfogato sull’ultimo la paura di aver paura. Sono spesso i penultimi, i più spietati con gli ultimi. Perché tocca a loro viverci gomito a gomito, da soli; ed è l’incontro con qualcuno più “intruso” di noi che sveglia il terrore di ripiombare in fondo, di perdere le posizioni precariamente conquistate, di esporre una “diversità” che ci rende vulnerabili.
Cambiano le cose, oh se cambiano, quando è il rancore degli altri che ci cancella come persone, e ci chiude a chiave in una categoria di ultimi da cui nessuno sforzo ci riscatterà. Nell’aria inquinata che respiriamo, il rancore dei luoghi comuni corrode peggio della diossina. E per liberarsene non c’è che l’esercizio testardo, controcorrente, del guardarsi negli occhi e rinforzare gli anelli più deboli: sono loro i più esposti, saranno loro a cedere per primi. Ma il conto del rancore siamo tutti, a pagarlo.

Paola Pessina

giovedì 16 ottobre 2008

LA SCUOLA PUBBLICA STA PER ESSERE SMANTELLATA

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

A cura di Andrea Piscitelli

IL PROGETTO DI SCUOLA NASCOSTO DIETRO LE BUGIE DEL MINISTRO GELMINI

Un attacco feroce che non ha precedenti nella storia della Repubblica, sta per cambiare le sorti dei nostri ragazzi, e tutto ciò fra l'indifferenza e l'arroganza di un ministro che all' opinione pubblica racconta le "sue" verità, basate su un' interpretazione distorta e non veritiera di dati statistici.
Alle famiglie viene detto che i ragazzi trascorrono troppo tempo sui banchi di scuola, che ci sono troppi insegnanti e troppi bidelli a fronte di risultati modesti, che la scuola non può essere considerata uno stipendificio e un ammortizzatore sociale, deridendo una categoria, quella dei docenti, che opera con impegno e spirito di abnegazione al servizio dello stato e della società. Il tutto attraverso una campagna mediatica condotta ad hoc, volta a far credere ai cittadini che i problemi della scuola si risolvono con voti in pagella e grembiulini, tacendo invece su quello che è l'unica, vera volontà del governo: fare cassa a discapito della qualità dell'insegnamento offerto agli alunni senza tenere conto delle esigenze delle famiglie.
Infatti...
NON E' VERO come afferma il ministro che i dipendenti del MIUR siano 1.300.000, ma 1.125.975 (Dati MPI - la scuola in cifre).
NON E' VERO che il 97% del bilancio del MIUR viene speso in stipendi, ma il dato reale è il 78,8% (dati OCSE - studio Education at a glance), in linea con gli altri paesi. E' vero invece che il MIUR si limita SOLO a pagare gli stipendi, investendo appena il 2,8% del P.I.L., rispetto al 3,80 % di media dei paesi europei. (dati OCSE - Education at a glance).
NON E' VERO che la spesa per la scuola è continuamente cresciuta negli ultimi anni, infatti la quota di spesa complessiva è scesa dal 12,6 del '90 al 10,6 del 2005 (dati ISTAT). Ciò è dovuto ai continui tagli operati dai vari governi in questo settore. E ancora: se tra il 1995 e il 2005 gli investimenti nella scuola dei paesi europei sono aumentati del 41%, in Italia l'incremento è rimasto contenuto al 12%. (dati OCSE - education at a glance).
NON E' VERO che i docenti aumentano mentre gli alunni diminuiscono. Dall'anno scolastico 2001/02 fino all'anno scolastico 2007/08 gli alunni sono costantemente cresciuti mentre i docenti sono calati del 4,5% (dati MPI - la scuola in cifre).
NON E' VERO che è opportuno che il bambino abbia un solo punto di riferimento nella scuola primaria. Infatti, associazioni pedagogiche di spicco come il SIPED, SIRD, CIRSE, e SIREF sono nettamente contrarie al ritorno di questa figura, connotandola in modo negativo e anacronistico.

NON E' VERO che i risultati della scuola italiana siano pessimi: gli allievi delle scuole secondarie di secondo grado di Veneto, Lombardia e Piemonte hanno raggiunto nei test risultati molto vicini a quelli degli allievi della Finlandia, additata dal ministro come esempio per il paese. Inoltre, le famiglie italiane hanno mostrato un gradimento nei confronti della scuola pubblica dell' 80% (dati OCSE - education at a glance), superiore alla media europea (78%).
NON E' VERO che i docenti del sud sono meno preparati dei colleghi che operano al nord e necessitano di apposito aggiornamento, poiché nelle strutture scolastiche del nord operano e ottengono brillanti risultati moltissimi docenti provenienti dal sud, il cui "ritardo" è pertanto da individuare in fattori sociali, economici e strutturali che il ministro dovrebbe conoscere e contribuire ad eliminare.

Ecco invece quello che, sulla base delle disposizioni ministeriali e degli effetti della legge 112/08 e dell'approvando DL 137/08, il ministro dovrebbe dire alle famiglie:

- Molti docenti di ruolo saranno individuati come soprannumerari e saranno pertanto costretti a cambiare sede, il che significa che la continuità didattica non sarà garantita e che i ragazzi potrebbero dover cambiare insegnante anno dopo anno.

- Le scuole aventi un numero di allievi inferiore a 100, ubicate nei piccoli centri, saranno chiuse, il che comporterà un enorme disagio per gli alunni ( costretti ad intraprendere ben presto una vita da pendolari), per le famiglie e per i Comuni, a carico dei quali verrebbero a gravare le spese per i servizi legati al trasporto degli alunni pendolari.

- L'orario di insegnamento nella scuola primaria sarà ridotto a 24 ore settimanali, insufficienti a garantire il rispetto dei tempi di apprendimento propri di ciascun alunno.
Non ci saranno più né pluralità dei docenti né compresenze, il che significa che non sussisteranno le condizioni per permettere attività di recupero per alunni con difficoltà di apprendimento, gite d'istruzione, visite guidate e una didattica aperta al territorio.

- Il tempo pieno non sarà garantito a tutti, perchè solo le scuole del nord sono dotate delle infrastrutture necessarie, il che porterà ad accentuare il divario culturale fra il nord ed il sud del paese, penalizzando fortemente quest'ultimo, dove il tasso di abbandono scolastico risulta essere più alto.

- Gli unici insegnanti specialisti saranno i docenti di religione, visto che gli insegnanti specialistici di lingua inglese nella scuola primaria saranno riassorbiti su posto comune (articolo 1 comma 128, legge 311/2004) e tutti gli altri saranno obbligati ad abilitarsi all'insegnamento dell'inglese attraverso corsi di 150-200 ore, il che sfacciatamente contraddice quanto sbandierato dallo stesso governo Berlusconi nelle sua precedente legislatura, ovvero l'importanza delle tre "I", tra cui appunto l'insegnamento dell'inglese.

- A causa dei tagli operati con la legge 112/08, molti alunni non avranno più l'insegnante di sostegno, finora risorsa per la classe intera oltre che strumento formidabile di integrazione sociale e garante del diritto allo studio per gli alunni diversamente abili i quali, in tal modo, verranno ghettizzati, con conseguenze disastrose sul piano sociale e didattico.
- La riduzione del numero di indirizzi nella scuola secondaria di 2° grado non terrà conto del fatto che gli Istituti professionali sono ben diversi dagli Istituti tecnici, hanno finalità diverse e non sono doppioni. Inoltre, l' accorpamento delle classi di concorso sarebbe molto deleteria soprattutto per chi insegna materie tecniche e professionalizzanti e per gli allievi che si troveranno insegnanti che dovranno necessariamente ricominciare a studiare per materie che non hanno mai insegnato;

- La contrazione dell'orario scolastico, così come prevista dal piano programmatico presentato dal ministro, andrà à discapito delle materie tecniche, ossia proprio quelle che formano l'allievo nell'indirizzo prescelto;
- la riduzione del 30% degli insegnanti di laboratorio impoverirà l'offerta formativa degli istituti professionali, oltre a rendere meno sicure le esercitazioni nei laboratori.

Inoltre il ministro sostiene che parte dei soldi risparmiati servirà a rendere più sicure le scuole, ma anche stavolta si tratta di un'affermazione priva di fondamento visto che l'edilizia scolastica compete ai comuni (legge 11 gennaio 1996, n. 23, articolo 9 comma 1), così come non corrisponde a verità il fatto che i docenti di ruolo vedranno aumentato il loro stipendio: secondo il ministro, infatti, solo i più "meritevoli" e solo a partire dal 2012 saranno premiati con 50 miseri euro a testa: un'elemosina in cambio della richiesta ai docenti di svendere la scuola pubblica !

mercoledì 15 ottobre 2008

SCUOLA, CLASSI SEPARATE PER ALUNNI STRANIERI

L'idea arriva dalla Lega: istituire «classi ponte con corsi di italiano per i piccoli immigrati che non superino prove e test di valutazione». E la Camera, dopo un acceso dibattito, ha approvato la mozione passata più con il nome di «classi ponte», ma come «classi di inserimento». Una variazione terminologica del politicamente corretto, spiegata dal vice capogruppo vicario del Pdl alla Camera, Italo Bocchino, per «rendere più evidente l'obiettivo della proposta, ossia l'integrazione degli studenti». Ma dal Pd Piero Fassino replica duramente: «Una discriminazione abietta contro i bambini».

Il testo impegna il governo a «rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, favorendo il loro ingresso, previo superamento di test e specifiche prove di valutazione». A chi non supera i test vengono messe a disposizione le «classi ponte che consentano agli studenti stranieri di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, propedeutiche all'ingresso degli studenti stranieri nelle classi permanenti».

Inoltre non vengono ammesse iscrizioni «nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ciascun anno, al fine di un razionale ed agevole inserimento degli studenti stranieri nelle nostre scuole». Il testo della maggioranza è passato con 256 sì, 246 no e un astenuto. Bocciate tutte le mozioni dell'opposizione

domenica 12 ottobre 2008

FIORONI: A RISCHIO 4000 ISTITUTI

Nuovo scontro sulla scuola tra opposizione e ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. È l’ex ministro Giuseppe Fioroni a denunciare un taglio di 4.000 istituti con meno di 500 alunni «nascosto» in un decreto riguardante la sanità, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 7 ottobre. Ferma la replica del ministro: è «disinformazione».

Secondo Fioroni, «la norma sull’accorpamento, e la conseguente chiusura, degli istituti scolastici con meno di 500 alunni inserita di soppiatto dal governo in un decreto riguardante la Sanità, conferma ciò che avevamo preannunciato in Aula: che per effettuare i tagli alla spesa scolastica imposti da Tremonti non basterà il ritorno al maestro unico. Oggi hanno cominciato con le scuole sotto i 500 alunni, più di 4.000 istituti, domani toccherà a quelli con meno di 300 finora coperti da deroga, per arrivare poi al taglio degli insegnanti di sostegno. Queste sono le bugie della Gelmini».

Maria Pia Garavaglia, ministro dell’Istruzione del governo ombra, ha chiesto al ministro «di dirci come faranno, dopo la chiusura imposta per decreto degli istituti con meno di 500 alunni, i ragazzi di Capri o delle Eolie a raggiungere la terraferma? E chiedo alla Lega di farci sapere come possa condividere un attacco tanto diretto e smodato all’autonomia degli Enti locali su di un tema di loro esclusiva competenza? È questo il modo con cui ci prepariamo ad andare al federalismo?».

Dura le replica della Gelmini: «Le dichiarazioni degli On. Fioroni e Garavaglia sono incomprensibili ed arbitrarie. Non ci saranno la paventata chiusura di 4.000 istituti, nè il taglio degli insegnanti di sostegno, nè l’attacco all’autonomia degli enti locali. Come al solito la sinistra tenta di fare disinformazione con la vecchia tecnica secondo cui una falsità ripetuta molte volte diventerebbe una verità. Ormai però gli italiani hanno capito, non credono più a certi trucchi e sostengono in pieno l’azione del governo». Secondo quanto pubblicato sul sito governo.it l’articolo 3 del decreto 07/10/2008, citato dall’opposizione, riguarda la «Definizione dei piani di dimensionamento delle istituzioni scolastiche rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali».

In particolare è detto che «i piani di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche, rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali, devono essere in ogni caso ultimati in tempo utile per assicurare il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione della rete scolastica previsti dal presente comma, già a decorrere dall’anno scolastico 2009/2010 e comunque non oltre il 30 novembre di ogni anno. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, con la procedura di cui all’articolo 8, comma 1, della legge 5 giugno 2003, n. 131, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni, diffida le regioni e gli enti locali inadempienti ad adottare, entro quindici giorni, tutti gli atti amministrativi, organizzativi e gestionali idonei a garantire il conseguimento degli obiettivi di ridimensionamento della rete scolastica. Ove le regioni e gli enti locali competenti non adempiano alla predetta diffida, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni, nomina un commissario ad acta. Gli eventuali oneri derivanti da tale nomina sono a carico delle regioni e degli enti locali».

lunedì 6 ottobre 2008

VICENZA VOTA CONTRO IL "DAL MOLIN"

Referendum autogestito: "No a base Usa"
Vicenza dice no alla consegna dell'area Dal Molin agli americani. Alla consultazione, che non aveva valore a livello giudiziario, hanno partecipato 24.094 cittadini pari al 28,56% degli aventi diritto. Di questi, 23.050 voti sono stati favorevoli all'acquisizione, da parte del Comune di Vicenza, dell'area del Dal Molin da utilizzare per strutture di pubbliche utilità. Esultano i promotori del referendum: "Vittoria della democrazia".
Le schede bianche sono state 92 (0,11), quelle nulle 46 (0,05). "La consultazione popolare organizzata dal comitato che raggruppa tutte le realtà contrarie alla realizzazione della nuova installazione militare statunitense, dunque, ha coinvolto migliaia di vicentini che, in questo modo, hanno risposto all'atto di dispotismo del Consiglio di Stato il quale, appiattendosi sui desideri del Governo, aveva annullato il referendum ufficiale promosso dall'Amministrazione comunale", si legge nella nota del comitato "no Dal Molin".
"Si tratta di un grandissimo successo di democrazia partecipata", è il commento di Giovanni Rolando, esponente del Pd vicentino, consigliere comunale e presidente del comitato che ha promosso il referendum autogestito, sostenuto dalle tre liste che sostengono la maggioranza in comune (Variati sindaco, Vicenza capoluogo e Partito democratico), dalla lista "Vicenza libera", da esponenti della sinistra extraconsiliare, dal Coordinamento dei comitati, dal Presidio permanente e dal vasto arco di sigle e associazioni che compongono il variegato fronte che si oppone alla nuova base.

"E' la prima volta in Italia che si tiene una consultazione popolare di questo tipo, e c'è stata una risposta straordinaria", ha detto Rolando. "E' la dimostrazione che una grandissima parte di cittadini vuole contare ed esprimere la propria opinione, di cui bisognerà tenere conto. Confidiamo che gli americani che sono campioni di democrazia capiscano che insediarsi in una comunità che esprime questa contrarietà non è conveniente neanche per loro. Simili referendum potrebbero tenersi negli altri otto siti in Italia dove sono presenti basi militari americane. E' sorprendente infine l'atteggiamento della Lega, che giura a Pontida e tradisce a Vicenza l'attaccamento alla proprie realtà territoriali e alla volontà della popolazione".

QUALCHE BUONA NOTIZIA!!!

C'è una sinistra che vince: la Sardegna diserta i 3 referendum anti-Soru

Mancato largamente il quorum nel test proposto dal Polo in vista delle regionali.
Non ci sono solo sconfitte per la sinistra italiana. O almeno una è stata appena evitata. Ieri il centro-destra sardo non ce l’ha fatta a “dare una lezione” alla giunta del governatore Renato Soru (nella foto).
I tre referendum proposti per abrogare la legge salvacoste e le norme sulla gestione delle risorse idriche e sulla tariffa unica dell´acqua sono falliti, fermandosi ben al di qua del quorum richiesto.
Alle 19 era andato a votare, infatti, circa il 14,2% dei sardi, cioè 202.000 sardi rispetto agli aventi diritto che sono 1.471.797 e fino alle 22, orario di chiusura dei seggi, la situazione non è cambiata di molto. Per far passare i referendum occorreva il voto di 500.000 elettori o poco più. Ma la maggioranza dei sardi, com’è del resto tradizione nell’isola per quanto riguarda i referendum – se n’è stata a casa.

Berlusconi non è bastato

Nonostante sia sceso in campo personalmente Silvio Berlusconi, la mobilitazione del centro-destra non è stata sufficiente. Né è bastato alimentare nelle settimane precedenti il voto un clima di scontro fra gli schieramenti. In effetti i referendum erano la “prova” per le Regionali 2009.
Il centro-destra ha caricato, quindi, il voto di significati politici per cui si chiedeva nelle pubblicità e negli spot televisivi un "Si, per la Sardegna", mettendo sotto accusa una legge (la cosiddetta salvacoste), pilastro del Piano paesaggistico, che secondo il Pdl causa danni perché "esclude Comuni e cittadini dalla pianificazione del territorio e impedisce un giusto sviluppo".
In realtà la legge evita scempi paesaggistici e preserve i tesori naturali che rappresentano la vera ricchezza della Sardegna.

L’ha spuntata Soru

E alla fine tutta questa “sovraesposizione” politica, che è andata al di là dei temi referendari, ha giovato al governatore Renato Soru che aveva voluto le norme contestate dal centro-destra e alla sua giunta. In questi giorni il Governatore non era entrato nella polemica e si era limitato a osservare l´inutilità dei referendum, stigmatizzando lo spreco di risorse. E anche su questo le cifre gli hanno dato ragione.

domenica 21 settembre 2008

IL PD IN PIAZZA PER RILANCIARE IL PAESE

APPELLO DI WALTER VELTRONI





mercoledì 17 settembre 2008

PER ABDUL. PERCHÉ NON SUCCEDA PIÙ


Abdul è stato ucciso per niente o per futili motivi ... come dice l'arido linguaggio della magistratura. Chi ha preso la spranga non l'ha fatto per paura o per legittima difesa, ha commesso un delitto a sfondo razzista, mosso da odio e rancore, considerandosi legittimato dal sentire intollerante, sciaguratamente diffuso.

Questa Milano non ci appartiene. Non ci appartengono la violenza e il razzismo che si manifestano sempre più apertamente, in uno stillicidio di episodi quotidiani di intolleranza di cui sono vittime donne e uomini, quasi sempre inermi. La dilagante campagna razzista e la costruzione del nemico "altro" diventano funzionali a nascondere la questione politica della sicurezza sociale, della coesione e della giustizia sociale per tutti. L'altro e il diverso vengono additati quali cause del malessere sociale ed esistenziale. Il potere e lo sfruttamento si alimentano anche in questo modo.

Per questo, per ragioni etiche, culturali e politiche, gridiamo con forza che non ci appartiene l'ideologia sicuritaria, incentrata sulla repressione e sulla costruzione di alibi culturali che autorizzano le ronde e la violenza privata.

L'omicidio di Abdul è l'ultimo segnale di un'escalation xenofoba, che va arrestata. La Milano democratica e antirazzista deve reagire.
Milano deve reagire.

INVITIAMO TUTTI I CITTADINI sabato 20 settembre 2008 alle ore 14.30, alla manifestazione che partirà dai Bastioni di Porta Venezia e si concluderà in Piazza Duomo.

DON GINO RIGOLDI
MONI OVADIA
FRANCA RAME
DARIO FO
RENATO SARTI
NICO COLONNA

giovedì 11 settembre 2008

UNA NUOVA STAGIONE PER L'OPPOSIZIONE

Veltroni a Milano alla Festa Democratica


Fare il segretario è un duro lavoro, Walter Veltroni lo sa bene. È alla festa democratica di Milano, sta parlando della difficile situazione in cui versano i partiti di centrosinistra in tutta Europa e della preoccupante crisi economica in cui si trova l’Italia senza avere una definita strategia politica per affrontarla.

Eppure non si sotttrae all’interruzione di un singolo e preannunciato contestatore: «Serve uno sforzo per avere una maggioranza riformista in questo Paese, bisogna lavorare, ci vuole del tempo». Risponde al solito Pietro Ricca, quello del «puffone» a Berlusconi, chiassoso disturbatore onnipresente alle manifestazioni del centrosinistra milanese che gli chiede le dimissioni. «Uno dei difetti della nostra simpatica famiglia politica è di essere come il conte Ugolino, che solitamente mangia i suoi figli».
Una battuta semischerzosa: «Diciamo la verità, se avessero pensato che si vinceva non chiamavano me». Poi Veltroni diventa serio: «Io sono stato buono e tranquillo per tutta l’estate, perché l’esperienza mi dice che ad ogni campagna elettorale segue un’invincibile inerzia. Ma adesso sta cominciando un’altra stagione, sia nel Partito Democratico sia nel rapporto tra il Paese e questo governo».

Il segretario si riferisce alla campagna di autunno del Pd, quella che vedrà impegnato tutto il partito in vista della manifestazione del 25 ottobre, con assemblee e manifestazioni in tutta Italia sui temi della scuola, del carovita, dei salari e delle pensioni. Nella capitale produttiva del Paese, Veltroni pone l’accento sui temi di natura economica. Innanzitutto Alitalia: «Il vero genio di questa vicenda è l’amministratore delegato di Air France, che pochi mesi fa doveva caricarsi i debiti e i problemi della nostra compagnia di bandiera, mentre adesso ha la possibilità di averla tra le mani senza spendere una lira. Il governo ha caricato sulle spalle di tutti noi miliardi di debiti senza chiarire quale sarà il destino del nostro sistema aeroportuale».

Veltroni ricorda le ultime rilevazioni dell’Istat, la crescita che si è fermata, i consumi che sono scesi del 7% in un anno. «E mentre accadeva tutto questo - sottolinea Veltroni - il governo ha parlato solo dei problemi personali del premier». E sui temi fiscali: «Con questo governo le tasse non diminuiranno fino al 2013, anzi aumenteranno nel 2010 dello 0,2%. Ma c’è di peggio, ha programmato il tasso di inflazione all’1,5%, quando sappiamo bene che il carovita reale è ben più pesante. Infine, per la prima volta da decenni, la spesa per gli investimenti è scesa per la prima volta sotto il 4%». La conclusione del segretario democratico è spietata: il centrodestra ha ingannato gli elettori. «Mi auguro che i cittadini abbiano ancora la capacità di indignarsi di fronte alle bugie».

Luigina Venturelli - L'Unità

lunedì 8 settembre 2008

VELTRONI SI DIMETTE DAL MUSEO ROMANO DELLA SHOAH


Nella lettera di dimissioni indirizzata al presidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, al presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna, e a Settimio Di Porto del direttivo dell'associazione Figli della Shoahricorda, Veltroni evidenzia lo sforzo fatto da sindaco di Roma per dar corpo alla proposta di un museo romano della Shoah.


La lettera. «Sono state proprio le vostre sollecitazioni ad entrare nel consiglio di amministrazione del comitato dei fondatori del Museo della Shoah, che mi hanno spinto a farne parte. Ho accettato per senso di responsabilità e per portare a termine un lungo lavoro condiviso con voi e tanti altri. Ho deciso ora però di presentare le mie dimissioni dal consiglio dopo le dichiarazioni del sindaco Alemanno che mi sono apparse gravissime. Quel tentativo di esprimere un giudizio "doppio" sul fascismo, questa ambiguità non chiarita e anzi se possibile aggravata dalle successive dichiarazioni mi feriscono e mi fanno ritenere impossibile rimanere al mio posto nel comitato presieduto dal sindaco di Roma Alemanno. Ho letto le vostre reazioni alle dichiarazioni del sindaco - prosegue Veltroni - e mi unisco al limpido giudizio espresso dal presidente Gattegna quando annota che le leggi razziali sono state emanate dal regime fascista e convalidate dalla monarchia. Quindi mi sembra difficile separare le due cose. Così come mi hanno emozionato le dichiarazioni di una persona cui sono legato da un grande affetto come Piero Terracina, quando ricorda che se non ci fosse stato il fascismo non ci sarebbero state le leggi razziali. Il fascismo è stato allora e rimane ancora una malattia contagiosa, e c'è sempre il pericolo che, se non lo si ferma, diventi inarrestabile».

«Prima della promulgazione delle leggi razziali - prosegue il segretario del Pd - il regime fascista aveva già espresso la sua carica totalitaria, aveva soppresso la libertà di tutti, non solo degli antifascisti, aveva perseguitato i suoi nemici, avvelenato l'aria del paese con la sua ideologia pervasiva e violenta. Non è a voi che devo ricordare cosa, dal colpo di stato della "marcia su Roma" e persino prima, era avvenuto nel nostro Paese. Dalle sedi sindacali e mutualistiche bruciate, dalle tante violenze perpetrate per imporsi con la forza dei manganelli e dei moschetti nasce quel regime che subito impone la fine delle libertà. Il delitto Matteotti, la messa al bando di ogni opposizione, la chiusura dei giornali avversari e la normalizzazione di tutta la stampa sono i primi atti costitutivi del fascismo al potere. Allo stesso modo finiscono le libertà di organizzazione e di espressione, gli oppositori come Gramsci vengono rinchiusi nelle carceri fino alla loro morte, altri gettati al confino o costretti all'esilio, altri ancora uccisi vigliaccamente da sicari come Giovanni Amendola, Piero Gobetti, don Minzoni e i fratelli Carlo e Nello Rosselli».

«È il fascismo - scrive ancora l'ex primo cittadino della Capitale - che spinge l'Italia nelle guerre coloniali che furono, benché in pochi lo ricordino, segnate da crimini gravissimi contro le popolazioni civili come il bombardamento dei villaggi in Etiopia con l'iprite. È qui che si inseriscono le leggi razziali non come un semplice "cedimento" al nazismo ma come la conseguenza di uno spirito razzista e antisemita che aveva serpeggiato a lungo nell'ideologia mussoliniana, è qui che si innesta la scelta scellerata dell'entrata in guerra», in un conflitto, scrive Veltroni che provoco «milioni di morti in Europa e lo sterminio sistematico degli ebrei. Ad esso il fascismo italiano, stavolta sotto le divise della Repubblica sociale, contribuì attivamente e consapevolmente come ci ricordano i rastrellamenti nelle strade dell'Italia occupata, il campo di concentramento di Fossoli, o la Risiera di San Sabba. Ritengo che una istituzione come il futuro Museo romano della Shoah - aggiunge Veltroni - al cui progetto abbiamo lavorato in tutti questi anni con la passione che sapete, che ha al centro proprio l'affermazione di una memoria condivisa come fondamento della convivenza civile e che fa del ricordo della Shoah un elemento imprescindibile non possa ammettere ambiguità o incertezze. Per questo, anche se con grande rammarico, vi annuncio le mie dimissioni. Al tempo stesso voglio confermarvi che continuerò a compiere ogni sforzo insieme a voi perchè il Museo romano della Shoah possa realizzarsi e possa essere il luogo della denuncia di ogni dittatura e ogni totalitarismo che insieme abbiamo immaginato».

da "Il Messaggero" 8 settembre

sabato 6 settembre 2008

VELTRONI: INDIETRO NON SI TORNA, NON C'E' ALTERNATIVA AL PD



«Abbiamo bisogno non di tornare indietro ma di accelerare l'innovazione». È la strada che il segretario del Pd Walter Veltroni indica ai delegati dell'assemblea toscana per il futuro del partito. «Dobbiamo credere in noi stessi - sprona Veltroni - e essere uniti».



Quanto al confronto interno, il segretario avverte: «I partiti sono un luogo di discussione ma il loro obiettivo è stare vicino ai cittadini. La discussione è uno strumento ma non un fine mentre la vita dei nostri organismi rischia di diventare riunioni su riunioni che convocano seminari e che indicono convegni. Ci vuole certo una vita democratica forte ma non solo quello altrimenti avremo gente bravissima a fare interventi ma poi se li mettete in un'assemblea di dieci persone non sanno che dire».

Ed invece l'obiettivo è «stare sul territorio ed è per questo che ho apprezzato la storia molto bella del Pd di Varese che ha attivato un centralino e se un cittadino ha un problema i dirigenti vanno a casa loro discutere del problema». In vista poi dell'attivazione della tv del Pd, il 14 ottobre, il leader dei democratici dà un consiglio al Pd napoletano: «Vadano in giro con le telecamere a riprendere la situazione dei rifiuti e ce le mandino a Roma».
«A noi ci sezionano, sulla stampa ci fanno la laparotomia, agli altri no». A questo proposito, Veltroni ha sottolineato come in Italia e in Europa, «vincono quei partiti che hanno meno vita democratica». Secondo il leader del Pd, quindi, le «primarie sono importanti, si fanno per i cittadini, ma c'è un eccesso di morbosità». E in ogni caso le primarie per Veltroni devono essere fatte, ma «questo non significa che debba esserci uno spogliamento delle responsabilità di tutti noi».

Il leader del Pd, inoltre, sottolinea che «in Europa nessun partito del centrosinistra è cresciuto come il Partito democratico», ricordando come la stessa cancelliera Angela Merkel ha già detto che non vuole più allearsi con i socialdemocratici, ricordando la crisi dei partiti di sinistra in Austria e in Inghilterra. «In Europa la sinistra dovunque perde voti, gli unici che crescono siamo noi», ha aggiunto.

«Non so dove sia lo choc». Commenta così il segretario del Pd, Walter Veltroni, il sondaggio pubblicato da un quotidiano che dà il Partito democratico sotto il trenta per cento. Veltroni osserva che «nelle condizioni date abbiamo tutte le possibilità per poter crescere». Il leader del Pd ricorda anche «nessuno in Ue cresce come noi, come il Partito democratico».

«Vedo tutti preoccupati, c'è chi con ansia si appresta a organizzare una manifestazione quindici giorni prima; ma bisogna sentire il sentimento del Paese e il 25 ottobre noi porteremo in piazza non solo lo schieramento del no, ma faremo sentire anche una proposta alternativa. Sarà una manifestazione inusuale perchè indicherà alternative possibili sui problemi del Paese». Il segretario del Pd Walter Veltroni spiega così dal palco dell'assemblea regionale, alla Festa del Pd a Firenze, i contorni della manifestazione dei democratici il 25 ottobre. «Sono convinto - sostiene Veltroni - che mese dopo mese la luna di miele del governo comincerà a sgonfiarsi perchè emergeranno le contraddizioni e se questo è vero, il Pd deve fare un lavoro con un respiro un pò più lungo del centometrista perchè Blair e Zapatero hanno avuto anni per costruire un'alternativa al governo e nel frattempo hanno costruito il partito riqualificando il rapporto con il territorio e la gente reale».

(pubblicato su www.unita.it il giorno 6 settembre '08)

venerdì 5 settembre 2008

UN PARTITO PER IL POPOLO



D'Alema a Firenze: "Discutiamo, ragioniamo sulle vie per la rivincita"


Non si può che partire dai primi passi del governo Berlusconi e dalla sua (presunta) popolarità. “Non sono in grado di misurare la popolarità del governo – dice D’Alema in risposta alla domanda di Floris – ma so che Tremonti e Berlusconi si stanno muovendo con inconsueta abilità”.

In pratica, “stanno fingendo di governare il Paese, ma in realtà non lo stanno facendo”. Da una parte stanno godendo della “buona situazione di governo ereditata dal centrosinistra”. Gli esempi più lampanti: la situazione di Napoli, “in cui Berlusconi non ha fatto altro che mettere in atto il decreto del governo Prodi”, e l’accordo con la Libia, “negoziato da noi e concluso da Berlusconi con un esborso di denaro pubblico pari a 5 miliardi di dollari”.

Dall’altra parte ci sono i bluff, che rischiano di trasformarsi in veri e propri disastri. Da Alitalia, per la quale “dal punto di vista politico e di mercato si sta prospettando una situazione molto grave”, alla Finanziaria, “in cui il governo prima taglia indiscriminatamente i servizi essenziali dei cittadini, come scuola e sanità, e poi scarica le proprie responsabilità sugli enti locali. Tremonti si muove come se stesse sempre in campagna elettorale. Non toglie soldi ai cittadini, ma alle regioni che guarda caso sono amministrate in gran parte dal centrosinistra. In questo modo non perde popolarità”. Non è questo, sicuramente, il modo per risolvere i problemi del Paese, “che finirà per pagare un prezzo molto alto” per questo tipo di politica.

Per contrastare tutto questo, in un contesto atipico di “democrazia anormale” come è quella italiana in cui il “potere mediatico, economico e politico è concentrato nelle mani di una sola persona”, non basta “una leggina”. Né il Partito Democratico può limitarsi a denunciare quanto sta accadendo. “Anche tenendo conto della fallimentare esperienze di governo del centrosinistra, una grave responsabilità che ci portiamo dietro, dobbiamo lavorare per costruire un’alternativa credibile. Non dobbiamo avere fretta, dobbiamo portare avanti una fase di riflessione non tanto per interrogarci sulle ragioni della sconfitta, quanto più per ragionare sulle vie per la rivincita”.

Secondo D’Alema, “ora bisogna portare a compimento la costruzione di questo partito, riallacciare un rapporto, un contatto con il popolo che da noi deve sentirsi più naturalmente rappresentato”. Sì, perché, “quel contatto con la parte profonda del popolo italiano, quella più sofferente, quella più esclusa, l’abbiamo perso. E per riconquistarlo – afferma – non servono interviste sui giornali o dibattiti tv. Serve un partito”. Un partito aperto, che concluda la fase di costruzione e radicamento con i circoli e che cominci “a discutere di politica”. Un partito in cui “se verrò chiamato a dare una mano, per aiutare e non per dare fastidio a qualcuno, non mi tirerò certo indietro”, assicura il “soldato semplice” – come lui stesso si definisce.

Un partito, insomma, che si radichi e che cominci a radicare un’alternativa nel Paese. “Dobbiamo guardarci intorno, alla nostra sinistra, dove c’è una sinistra radicale che ha sbagliato tanto, e al centro dove c’è una parte di mondo cattolico che non si è fatto assorbire dal berlusconismo”. Un partito che, al tempo stesso, non rifiuti e non sfugga al confronto parlamentare, che non ammaini la bandiera della battaglia politica. Dura, senza sconti, ma che metta al centro gli interessi del Paese. Come per la giustizia. D’Alema è chiaro: “Siamo pronti al dialogo, al confronto. Ma dobbiamo partire dai problemi dei cittadini (tempi della giustizia civile troppo lunghi) e non da quelli della ‘guerra’ tra politica e magistratura. Io sono contrario alla separazione della carriere, che non è comunque un priorità. Berlusconi sia arrabbia quando la giustizia funzione, i cittadini quando non funziona”.

Diverso è il discorso sulla sicurezza, in cui “si misura uno degli aspetto culturali meno accettabili della destra, che gioca con le paure dei cittadini”. L’esponente democratico ha parole durissime per “le trovate propagandistiche e pubblicitarie messe in campo dal governo, per l’estremismo” diffuso scientificamente tra i cittadini, “che ha spalancato le porte alla vittoria di Berlusconi”. D’Alema, in particolare, giudica “la trovata dei militari nelle strade (3mila soldati che non opereranno mai in più di 900 contemporaneamente in tutto il Paese) come uno dei momenti più bassi delle esperienze di governo che io conosca”. In questi mesi, nella destra, “c’è stata l’esibizione della durezza solo contro la povera gente. Al contrario, come sostiene Tony Blair, noi dobbiamo essere duri con il crimine e duri con le cause del crimine”.

Si parla di sicurezza, non si può non parlare di immigrazione. D’Alema parte da un dato: “Quando ci sono paesi ricchi e vecchi che confinano con paesi poveri e giovani, è ovvio che i primi siano interessati da flussi migratori in entrata. E’ un fenomeno inevitabile, che fa parte della storia del mondo. Un fenomeno che va governato. E’ sbagliato sottovalutarlo o così come è impossibile cercare di fermarlo. Va combattuta l’immigrazione clandestina e per questo va cambiata la legge Bossi-Fini”, che non ha fatto altro che produrne in quantità industriale. Se cresce la clandestinità, cresce anche la criminalità. E’ un dato di fatto. Così come è un dato che “tra gli immigrati regolari il tasso di criminalità è inferiore che tra i cittadini italiani”. E’ per questo che “ci vuole una politica più aperta e generosa per l’immigrazione legale. Sì alle espulsioni del clandestino che delinque, ma sì anche voto agli immigrati, ai ricongiungimenti famigliari: “Se il mio vicino di casa lavora, vota, e vive con la propria famiglia io mi sento più sicuro. E so di vivere in una società più giusta, dato che gli immigrati regolari rappresentano oggi lo strato sociale più umile. Ma che razza di democrazia è – conclude D’Alema – quella in cui i lavoratori manuali non hanno diritto di voto?”.

Applausi, una vera e propria ovazione. La gente si ammassa sotto il palco, chiede autografi. Un ragazzo, con in mano “l’Unità”, dice a D’Alema: “Abbiamo ancora tanto bisogno di te”. Il Partito Democratico deve riallacciare un contatto con il popolo, con la fetta più profonda del popolo. A cominciare dal ‘suo’ popolo. Serate come questa sembrano ottimi punti di partenza.

Tratto dal sito del PD Nazionale
www.partitodemocratico.it

giovedì 4 settembre 2008

LA RESISTENZA DEL PARTIGIANO GINI


Domenica 07 Settembre alle ore 11.00 presso la Sala del Bergognone il Comune di Nerviano e l'ANPI sez. di Nerviano presentano il libro di Alfonso Airaghi "La resistenza del Partigiano Gini". Saranno presenti oltre all'Autore, il protagonista Virginio Mezzanzanica - partigiano e presidente della sezione locale ANPI, Nori Brambilla Pesce - partigiana deportata nel campo di concentramento di Bolzano e vicepresidente ANPI provinciale milanese, Luigi Borgomaneri - Storico, responsabile del settore ricerca della Fondazione Istituto per la storia dell'età contemporanea di Sesto San Giovanni.

mercoledì 3 settembre 2008

LA FANTASIA AL POTERE ?



Sulle pagine de “Il Giornale”, Giannino della Frattina da Milano intervista Letizia Moratti, sotto il titolo: “Fondi e poteri speciali.Ora contro l’illegalità non siamo più impotenti”. Una delle domande si configura così: “Ci sono già state le ordinanze dei sindaci contro i lavavetri a Firenze, contro i clienti delle lucciole a Bologna, per il coprifuoco nei parchi a Novara, contro il Burqa ad Azzano Decimo”. Risposta della Moratti: “Davanti al ministro ciascuno ha già portato esempi diversi”. Della Frattina insiste: “Maroni vi chiede ‘proposte creative’. Lei da dove comincerà?”. C’è di che preoccupare anche i più ottimisti. Che cosa si inventeranno i sindaci per compiacere l’arguto Ministro? Deportazione di tutti gli stranieri inadeguati allo shopping in dollari e yen? Arresto per detenzione di birretta non regolarmente consumata con sovrapprezzo al tavolino del pub? Fermo per adunata sediziosa agli incauti coniugi o fidanzati che escono la sera con una coppia di amici, sfidando il numero massimo di tre, perché tre cittadini insieme non fanno paura ma quattro sì? Sessantottini di tutto il mondo giubilate: finalmente la fantasia è andata al potere. Infatti, da qui in avanti, può succedere di tutto. Dice la signora Moratti: “In pochissimo tempo grazie al governo Berlusconi abbiamo ottenuto quello che in anni di centrosinistra e di Prodi non era nemmeno stato abbozzato”. E’ vero: infatti anche i più critici fra noi, nel leggere questa frase, proveranno un attimo di intensa nostalgia per il compianto Romano e i suoi. Avranno pure fatto degli errori, chi lo nega, però non hanno usato la nostra paura per farci ancora più paura. O peggio: la paura di alcuni, per terrorizzare tutti. Ragioniamo serenamente: la sensazione di insicurezza non nasce da una crescita esponenziale dei crimini commessi da rom, extracomunitari di pelle nera, excomunisti albanesi o rumeni. La paura nasce, ed è destinata a crescere, per l’incertezza della pena ( per esempio la legge che manda impuniti gli autori di gravi reati contro la persona per salvare il premier e i suoi amici. Oppure l’indulto che rimette in libertà gente che non se l’è ancora meritata), la paura è destinata a crescere perché non c’è un codice di valori condivisi (per esempio l’onestà, il rispetto per gli altri, la tolleranza eccetera), in cui formare i giovani ed eventualmente educare gli immigrati da paesi più arretrati, la paura è destinata a crescere perché non c’è fiducia verso una classe dirigente troppe volte beccata a intrallazzare, rubacchiare e commerciare all’ombra del proprio potere. Nessuno lo dice, ma i crimini commessi da sconosciuti sono in calo, in aumento sono semmai quelli covati nel calduccio delle famiglie. I giornali sbattono in prima pagina soltanto i mostri utili, i “porci comodi”, quelli che servono ad alimentare xenofobia e altre ossessioni, così la gente ha la sensazione di essere alla mercè dei poveracci e accetta con gratitudine gli ambigui regali del governo. Per esempio l’occupazione militare delle città. E, a proposito di regali: che ne dite di quello, sontuoso, ricevuto e dilapidato, da Michela Vittoria ? Leggo su “La Repubblica”. “Chiude la tv della Brambilla. In un anno bruciati 20 milioni”. Di euro? Sì, di euro. “Aveva cominciato a trasmettere sul satellite nel giugno 2007, martellando 24 ore su 24 , canale 818 di sky, contro il governo Prodi. Il segnale veniva poi rilanciato in chiaro da un network di 40 tv locali.”. Ha vissuto per il tempo di una campagna elettorale. Poiché non aveva altre funzioni, diciamo che è morta di morte naturale. Ma una curiosità mi rimane: perché mai Berlusconi, a cui non mancano le televisioni, ne ha voluta ancora una? Non è da bravo imprenditore investire sul superfluo.

dal sito di Lidia Ravera
wwww.lidiaravera.it

sabato 30 agosto 2008

ANCHE IL PARTITO DEMOCRATICO SBARCA IN RETE

Anche il circolo nervianese del Partito democratico sbarca sul web. Lo strumento scelto è sempre quello del blog, interfaccia immediata coi navigatori in internet. Il circolo del Pd, intitolato a Fiorella Ghilardotti, è visitabile al sito http://democraticinerviano.blogspot.com dove il mondo del Pd locale e nazionale è tutto a portata di un click. Per quanto riguarda la politica nervianese, il circolo ha messo on line le proprie considerazioni sul Piano per il diritto allo studio per l'anno scolastico 2008/2009, sono on line alcuni articoli di stampa sulle polemiche sullo stesso piano per il diritto allo studio e sulla replica del sindaco Enrico Cozzi dopo il rimpasto di giunta. Visibile anche il resoconto della mattinata per ricordare il dramma della Birmania, l'analisi delle ultime elezioni, interviste al segretario regionale del Pd Maurizio Martina e a Walter Veltroni. Oltre a un calendario che rende visibili, giorno per giorno, tutti gli appuntamenti, anche il circolo locale pubblicizza la festa del Pd in svolgimento a Milano.

Settegiorni 29 Agosto Alessandro Luè

venerdì 29 agosto 2008

UNA COMPAGNIA DI BANDIERINA

Una soluzione «confusa che non fa gli interessi del Paese» e che trasforma l'Alitalia in una «compagnia di bandierina»: questa l'opinione di Walter Veltroni, commentando le decisioni del Consiglio dei ministri e le prospettive del'azienda. «La vicenda Alitalia – sostiene il segretario del Pd – è lo specchio fedele di come il governo Berlusconi sia vittima della sua demagogia e della sua inadeguatezza. Il Partito democratico auspica ovviamente che da questa situazione si possa venir fuori con il minor impatto possibile sui livelli occupazionali ma non può e non deve far passare in secondo piano il suo dovere di dire chiaramente e con forza che quella prescelta dal governo rappresenta una soluzione pasticciata, confusa, pericolosa e che non persegue affatto l'interesse del nostro Paese».

«Sono mesi - ricorda Veltroni - che il Pd lancia l'allarme sull'inqualificabile prospettiva di scaricare le perdite della compagnia sui contribuenti italiani, sugli azionisti e obbligazionisti della società, sui lavoratori dell'azienda e sulle loro famiglie. In questi giorni i più autorevoli commentatori economici italiani hanno ripreso queste osservazioni sollevando anche altri pesanti interrogativi, riguardo ad esempio; l'approvazione europea di questo piano. Sono tutti dubbi molto gravi e fondati che il governo ha il dovere di chiarire immediatamente nelle sedi parlamentari e che fanno ancor di più rimpiangere l'incredibile occasione perduta mesi fa quando la destra respinse scelleratamente, per miopi calcoli elettorali, l'accordo di fatto già raggiunto con Air France». «Rispetto a quelle prospettive, Alitalia e i cittadini italiani si trovano oggi davanti un futuro peggiore sotto tutti i punti di vista. E, alla faccia della tanto decantata difesa dell'italianità, il piano presentato ci consegna una compagnia di bandiera che di fatto diventa di "bandierina", con un inaccettabile ridimensionamento della capacità di espansione internazionale. Non era davvero questa - sottolinea - la nuova Alitalia che si sarebbe dovuta far nascere». «Le responsabilità del centrodestra sono state in questa vicenda enormi. Al di là degli escamotage comunicativi del governo, nessuno - conclude - potrà cancellare questa verità». Durissimo anche il commento del ministro ombra all’economia Pierluigi Bersani secondo il quale «sarà una compagnia più piccola, più domestica che dovrà cercare alleanze con Airfrance in condizioni meno favorevoli per noi, per i lavoratori, i consumatori e i risparmiatori».

L'Unità 28/08/2008