lunedì 29 dicembre 2008

TREGUA SUBITO




Pubblichiamo questo articolo di Abraham B. Yehoshua (scrittore israeliano) tratto da "La Stampa" del 29 dicembre 2008





Ciò che sta avvenendo in queste ore nella Striscia di Gaza era quasi inevitabile. La brutalità con cui Hamas ha posto fine alla tregua non ha lasciato altra scelta a Israele.
Se non quella di ricorrere alla forza per porre fine ai massicci lanci di razzi (una settantina al giorno) sulle comunità civili nel Sud del Paese. Ma, per quanto la distruzione di centri di comando militari e l’eliminazione di alcuni capi di Hamas possa risultare efficace, la tranquillità non sarà ristabilita se Israele non proporrà subito generose condizioni per una nuova e prolungata tregua. Oltre a trattative indirette per una rinnovata interruzione delle ostilità le autorità israeliane dovrebbero rivolgersi ai cittadini della Striscia di Gaza, lanciar loro un appello che provenga direttamente dal cuore. Dichiarazioni ufficiali non mancano, ma mai i leader israeliani si sono rivolti alla popolazione palestinese. Ciò che io propongo qui è un appello che il primo ministro Olmert dovrebbe rivolgere con urgenza proprio ora, mentre il fuoco divampa su entrambi i lati del confine, agli abitanti della Striscia di Gaza. Mi rivolgo a voi, residenti di Gaza, in nome di tutta la popolazione israeliana.

A voi, uomini e donne, commercianti, operai, insegnanti, casalinghe, pescatori. Gente di città e di paese, residenti in villaggi e in campi profughi. Prima che vi siano nuovi spargimenti di sangue, prima che altri, voi o noi, conoscano devastazione e dolore, vi prego di darmi ascolto. Vi chiedo di far cessare la violenza, di aiutarmi a convincere i vostri leader che ci sono altri modi per stabilire rapporti di buon vicinato. Le nostre città sono contigue alle vostre. Dietro il reticolato che le separa vediamo operai e contadini che lavorano la terra, camion che trasportano merci, bambini che vanno a scuola. E lo stesso è per voi. Potete scorgere facilmente i nostri agricoltori nei campi, i bambini che vanno a scuola, le casalinghe che escono a fare la spesa. Saremo vicini in eterno, le cose non cambieranno. Voi non riuscirete a cacciarci da qui, a cancellare la nostra esistenza, e nemmeno noi la vostra (e neppure lo vogliamo). Per parecchi anni abbiamo mantenuto rapporti attivi. I vostri operai arrivavano a lavorare nelle nostre fabbriche, nei nostri campi. Non solo in centri a voi vicini ma anche nelle grandi città - a Tel Aviv, a Gerusalemme, a Natanya.

I nostri commercianti e industriali si recavano da voi per acquistare prodotti agricoli, erigere nuove fabbriche alla periferia di Gaza. Per parecchi anni abbiamo mantenuto un articolato sistema di scambi che ha portato beneficio a entrambe le parti. Tre anni fa abbiamo evacuato i nostri concittadini, smantellato le nostre basi militari e raso al suolo, su vostra richiesta, i pochi insediamenti che avevamo nella Striscia di Gaza. L’occupazione di quella regione è completamente cessata. Ci siamo ritirati oltre il confine internazionale riconosciuto da tutto il mondo: quello antecedente la guerra del 1967. Credevamo che dopo questo sarebbe iniziato un periodo di sviluppo e di ricostruzione. Che avreste ricostituito un sistema amministrativo e che, un giorno, a tempo debito, vi sareste ricollegati, tramite un corridoio sicuro, ai vostri confratelli in Cisgiordania per creare uno Stato palestinese indipendente che noi tutti crediamo e vogliamo che sorga e che ci siamo impegnati a riconoscere in ambito internazionale. Ma anziché l’agognata tranquillità sono arrivati razzi che hanno seminato distruzione e morte nelle nostre città e nei nostri villaggi. Anziché opere di edilizia e di ricostruzione abbiamo assistito a un riarmo senza precedenti. E quelle armi sono state puntate contro di noi.

C’è tra voi chi ci spara addosso razzi e granate in cambio di somme di denaro elargite da Stati e organizzazioni che vogliono la nostra distruzione. E voi, gente di Gaza, pagate le conseguenze delle nostre reazioni con la sofferenza e la distruzione delle vostre case. Non vogliamo combattervi, non vogliamo tornare a governarvi. Ce ne siamo andati per non tornare più. Sappiamo che sarete voi, civili innocenti, donne e bambini, residenti dei campi profughi, operai e commercianti, a pagare il prezzo di un’eventuale, malaugurata guerra.

Ma dovete capite che non abbiamo scelta. Non possiamo continuare a sopportare i lanci di razzi Qassam sui nostri cittadini indifesi. Sta a voi, cittadini di Gaza, appellarvi ai vostri governanti perché mettano fine al lancio di razzi e accettino una vera tregua, prolungata, durante la quale verranno aperti i valichi di confine, sarà permesso il passaggio di merci e, col tempo, gli operai di Gaza potranno tornare a lavorare in Israele. Invece di manifestare a favore di irrealizzabili sogni di distruzione e di vendetta, uscite nelle strade e chiedete la fine della violenza, chiedete che i vostri figli, e i nostri, possano vivere sicuri su entrambi i lati del confine. Chiedete la vita e non la morte.

giovedì 18 dicembre 2008

AUGURI



Il Coordinamento del Circolo di Nerviano augura a tutti gli iscritti e i simpatizzanti BUONE FESTE!!!

Invita tutti domenica 21 alle ore 11 presso la sede del Circolo in via Rondanini 7 per scambiarci gli auguri e brindare al primo anno di vita del PD.

domenica 14 dicembre 2008

ASSEMBLEA PUBBLICA A GARBATOLA


Dal sito del Comune di Nerviano


Come anticipato dal Sindaco Sig. Enrico Cozzi e dal Capo gruppo di maggioranza Sig. Pasquale Cantafio, nella seduta del consiglio comunale del 4 dicembre 2008, si comunica che è convocata un'assemblea pubblica per il giorno:

MARTEDI' 16 DICEMBRE 2008, alle ore 21.00

presso la Sala Civica sita nella scuola primaria di Garbatola, Via Montenevoso, sul tema:

"Problematiche viabilistiche di Garbatola".

La cittadinanza è invitata a partecipare.

sabato 13 dicembre 2008

FILIPPO PENATI CANDIDATO ALLE ELEZIONI PROVINCIALI DI MILANO 2009

ELEZIONI PROVINCIALI 2009: DOMENICA UFFICIALIZZATA CON VELTRONI LA RICANDIDATURA DI PENATI


Domenica 14 al Teatro Strehler, presente il segretario del Pd Veltroni, sarà ufficializzata la candidatura di Filippo Penati alle elezioni provinciali del prossimo anno, con l'obiettivo di portare a casa un secondo mandato presidenziale ed evitare che il centrodestra conquisti l'unica istituzione milanese in mano al centrosinistra. Anticipando oggi, con il segretario metropolitano del Pd Ezio Casati, le linee programmatiche che ispireranno la sua campagna elettorale, Penati ha detto che "Milano merita di tornare a essere un grande laboratorio territoriale del riformismo. E' questo l'impegno che prenderemo domenica con Veltroni". La lista per il presidente e gli altri partiti che sosterranno Penati (Pd, Idv, Socialisti, Sinistra democratica e Verdi) dovranno rispettare il codice etico del Pd: "Abbiamo lanciato - hanno detto Penati e Casati - una questione importante per chi aderirà alle nostre liste, che tutti si impegnino a rispettare il codice etico che abbiamo sottoscritto e che è uno degli elementi fondanti del Pd".

LA DIFFERENZA LA FAI TU


12, 13 e 14 dicembre, le giornate nazionali di adesione al Partito Democratico

Poco più di un anno fa, 3 milioni e mezzo di persone, uomini e donne di ogni età e condizione sociale, hanno scelto di partecipare alle Primarie del Partito Democratico.

Lo hanno fatto credendo fortemente in un partito nuovo, capace di visione strategica, di scelte coraggiose e innovative. Hanno così contribuito, tutti e ciascuno, alla realizzazione concreta di un grande progetto che ha cambiato il quadro politico del Paese.

È stato un modo straordinario di avviare un dialogo, di intraprendere un percorso; di evidenziare che la partecipazione, l’uso concreto degli strumenti democratici, è un esercizio possibile, che permette di cambiare realmente le cose e ci rende veramente più liberi.

Oggi è tempo di dare seguito al dialogo allora iniziato. Il Partito Democratico appartiene a tutti coloro che ci hanno creduto e scommesso. C’è spazio per costruire insieme una politica delle idee, dell’iniziativa, della sollecitazione.

È un diritto/dovere di ciascuno, previsto dalla Costituzione stessa (art. 4). Ciascuno può contribuire alla costruzione di una società più giusta, più onesta, più dinamica, improntata alla solidarietà e al rispetto per la persona.

Il senso e il significato delle “Giornate Nazionali di Adesione al PD” è tutto qui. Nella possibilità concreta di esserci, dire, fare, contare. Iscriversi è fare palestra di democrazia, voler vivere da protagonista la vita del Paese e contribuire a costruire il Paese che vogliamo, uno Stato che difenda e faccia lievitare i diritti primari: diritto al lavoro; giustizia uguale per tutti; informazione trasparente e indipendente; assistenza sanitaria efficace; istruzione equa e adeguata.

Sono diritti che ogni democrazia dovrebbe sostenere, mentre oggi, in Italia, essi sono sistematicamente calpestati dal governo di centro destra.

C’è, nei sogni di noi tutti, un paese diverso, moderno, efficiente, civile dove le regole della democrazia valgono e vengono rispettate.

Realizzarlo è possibile. Si tratta di volerne sostenere l’onere con l’impegno personale e collettivo, mettendo a tacere quel dubbio che spesso si agita in ciascuno di noi, e che ci fa chiedere: ne vale la pena? Sì, ne vale la pena.

Aderisci al Partito Democratico.
La differenza la fai tu

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Le tre giornate nazionali

12 dicembre

Certaldo (FI) – ore 21.00 c/o Sala Soci Coop - Via Monteverdi (partecipa Marco Minniti)
Città Ducale (RI) – ore 17.00 Palazzo della Comunità - Piazza del Popolo (partecipa Antonello Soro)

13 dicembre

Padova - ore 11.00 Via S. Fermo (partecipa Andrea Martella)
Trento – ore 10.00 Piazza Pasi (partecipa Giorgio Tonini)
Isola d'Elba – ore 15.00 Portoferraio (LI) Sala della Provincia (partecipa Vannino Chiti)
Ancona – ore 16.30 Circolo Via Pesaro 14/a (partecipa Goffredo Bettini)

14 dicembre

Milano – ore13.00 Circolo Cooperativo dell'Ortica - Via S. Faustino 5 (partecipa Walter Veltroni)
Bari - ore 10.30 c/o Sede regionale PD - Via Re David 37 (partecipa Massimo D'Alema)
Paternò (CT) – ore 11.00 Gazebo Via Vittorio Emanuele (partecipa Anna Finocchiaro)
Catania – ore 12.00 Piazza Stesicoro (partecipa Anna Finocchiaro)
Piacenza – dalle ore 9.00 alle ore 13.00 EXPO località Mose (partecipa Maurizio Migliavacca)
Roma - Ore 11.00, Circolo PD Portuense - Via Pietro Venturi, 33 - Roma (partecipa Paolo Gentiloni).


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dallo Statuto

Art. 1 “Il Partito Democratico è un partito federale costituito da elettori ed iscritti, fondato sul principio delle pari opportunità”
Art. 2.1 “Il Partito Democratico è aperto a gradi diversificati e a molteplici forme di partecipazione
Art. 2.2 «Per “iscritti” si intendono le persone che (cittadine e cittadini italiani nonché cittadine e cittadini dell’Unione europea residenti ovvero cittadine e cittadini di altri Paesi in possesso di permesso di soggiorno) si iscrivono al partito sottoscrivendo il Manifesto dei valori, il presente Statuto e il Codice etico»

dal Codice etico

«….. Le donne e gli uomini che aderiscono al Partito Democratico riconoscono nella Costituzione italiana la fonte primaria delle regole della comunità politica.
Considerano i suoi principi, insieme a quelli sanciti nelle Carte sui diritti umani e sulle libertà fondamentali, il riferimento di un impegno politico al pieno servizio del bene comune, della giustizia sociale, di un modello inclusivo di convivenza…»

dal Manifesto dei valori

«…. Si riapre una speranza, si può tornare a pensare il futuro. Questa grande forza popolare, intorno alla quale si stanno raccogliendo le tradizioni culturali e politiche riformatrici del Paese, si pone il compito di mobilitare le energie e i valori del nostro popolo per rimettere questo Paese in cammino. Bisogna fare un’Italia nuova. Questa è la ragione ed è la missione del Partito Democratico: ricollocare l’Italia negli inediti scenari aperti dalla globalizzazione del mondo, riunire gli italiani sulla base di un rinnovato patto di cittadinanza, dare loro la coscienza e l’orgoglio di essere una grande nazione….».

domenica 7 dicembre 2008

QUALE FUTURO PER LA SCUOLA ITALIANA



IL CIRCOLO DEL PD DI LEGNANO
ORGANIZZA PER VENERDI' 12 DICEMBRE ALLE ORE 21
presso la Sala Leone Da Perego
Via Mons. Gilardelli, 10 - LEGNANO
un Seminario sul tema

QUALE FUTURO PER LA SCUOLA ITALIANA
con la sen.
Mariapia GARAVAGLIA
Ministro ISTRUZIONE
Governo Ombra PD




Il crollo di un soffitto in un Liceo di Rivoli, in provincia di Torino, causa un morto e numerosi feriti, anche gravi. Una giovane vita si interrompe nel luogo dove più di ogni altro si costruisce il futuro.
Nessun commento strumentale all’episodio che poteva succedere sotto qualsiasi bandiera e in qualsiasi momento. Le condizioni della maggior parte degli edifici scolastici sono note anche se non sono così drammatiche come si ritiene. Certamente
la lunghezza della burocrazia e la mancanza cronica di stanziamenti creano più di una difficoltà e poi, in Italia, è difficile individuare responsabilità dirette. Qualche dato si può (e forse si deve) citare.
Nella finanziaria 2007 del governo Prodi erano stati stanziati oltre 100 milioni di euro per la messa a norma degli edifici scolastici (forse pochi ma c’erano); nella manovra finanziaria 2008 del governo Berlusconi solo tagli. Può essere utile ricordare che il prestito ponte all’Alitalia è stato coperto sottraendo fondi alla ricerca universitaria; può essere utile ricordare che l’abolizione dell’ICI anche agli abbienti (coloro che non avrebbero fatto alcun sacrificio a pagare l’imposta) mette i comuni in difficoltà soprattutto sulla scuola e sui servizi sociali. Può
essere utile ricordare che le scuole devono pagare le visite fiscali ai docenti assenti per malattia e non hanno fondi stanziati allo scopo.
Può essere utile ricordare che a Legnano sono più di vent’anni che si devono ristrutturare le tre principali scuole della città (il Dell’Acqua e i due Bernocchi)e i lavori non sono ancora ultimati.
La scuola è il luogo, come dicevamo sopra, dove si costruisce il futuro. Quale scuola stiamo costruendo se le strutture restano precarie, se il maestro diventa unico e si istituiscono le classi ponti per gli immigrati, se i ricercatori italiani sono costretti ad andare all’estero, se la scuola superiore non si allinea ai livelli europei, se non decolla la formazione tecnica superiore e così via?


prof. Salvatore Forte
portavoce PD del Circolo di Legnano