giovedì 15 gennaio 2009

LA LEGA SI ASTIENE: GOVERNO BATTUTO SU UN ORDINE DEL GIORNO PD


La Lega si è astenuta sull'ordine del giorno relativo al rispetto del patto di stabilità da parte degli enti locali. Una scelta che è stata determinante per le votazioni in Aula alla Camera e che ha consentito l'approvazione dell'odg del Pd, sul quale il governo ha espresso parere contrario.

«Non è un segnale al governo». Lo dice Roberto Cota presidente dei deputati della Lega riferendosi all'odg del Partito democratico approvato dall'aula contro il parere del governo. «Il governo non è stato battuto - dice l'esponente del Carroccio - l'ordine del giorno del Pd dice cose simili a un nostro ordine del giorno accolto dal governo».

Ma il Pd la pensa diversamente. «È la decima sconfitta del governo in aula alla Camera ed è un chiaro segnale delle fibrillazioni interne alla maggioranza. Oltre all'astensione in massa della Lega altri esponenti settentrionali del pdl hanno manifestato con il proprio voto il dissenso verso l'esecutivo». È il commento del segretario d'aula del gruppo del Pd, Erminio Quartiani. Il governo, spiega, è stato battuto in aula alla camera nel corso delle votazioni sugli ordini del giorno al decreto anticrisi. È passato, sottolinea, con uno scarto di 7 voti (231 favorevoli, 224 contrari, 36 astenuti) un ordine del giorno del Pd, su cui l'esecutivo aveva espresso parere contrario, che impegna il governo ha valutare la possibilità di escludere dai saldi utili del patto di stabilità interno i pagamenti a residui concernenti spesi per investimenti effettuati nei limiti delle disponibilità di cassa a fronte di impegni regolarmente assunti ai sensi del testo unico degli enti locali. «Il nostro odg - conclude Quartiani - raccoglie le proteste legittime dei tanti amministratori locali su cui il governo sta facendo ricadere i costi della crisi».

L'Unità

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