giovedì 5 febbraio 2009

MEDICI O SPIE?

Dal Senato via libera al ddl sulla sicurezza col voto della Lega e del P.d.L.

I medici possono denunciare i clandestini


Promette battaglia Livia Turco, capogruppo del PD in commissione Affari sociali della Camera. “Facciamo – dice - un accorato appello a medici, infermieri, volontari e a tutti i cittadini perché facciano pressioni per eliminare alla Camera la possibilità di denuncia dei clandestini che si rivolgono alle strutture sanitarie pubbliche per essere curati''. ''Si tratta - continua Turco - di una norma insensata e incivile. In questo modo siamo tutti più esposti a malattie trasmissibili. La maggioranza per motivi puramente propagandistici non tiene conto così dell'aumento delle malattie collegate a situazioni di poverta'''.''Da parte nostra - conclude Livia Turco - ci batteremo alla Camera per eliminare questa norma incivile e inefficace, per contrastare la quale e' necessaria anche la mobilitazione di tutta la societa' civile''.


Gino Strada, medico e fondatore di Emergency: «Anche di fronte all'inciviltà sollecitata da una norma stolta prima ancora che perversa, sono certo che i medici italiani agiranno nel rispetto del giuramento di Ippocrate, nel rispetto della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti umani».


Durissimo anche il commento di Medici senza Frontiere:«Siamo sconcertati per la scelta del Senato di avere consapevolmente ignorato il grido di allarme lanciato dagli ordini professionali di medici, infermieri e ostetriche e da centinaia di associazioni e rappresentanti della società civile - dice Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia -. Una scelta che sancisce la caduta del principio del segreto professionale per il personale sanitario volto a tutelare il paziente come essere umano, indipendentemente da ogni altra considerazione».


Il presidente della federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) Amedeo Bianco parla di «norma che va contro l'etica e la deontologia e che si potrebbe rivelare un boomerang sul piano della salute pubblica».


I medici cattolici italiani si dicono contrari all'emendamento: «È una cosa molto grave - dice Vincenzo Saraceni, presidente dell'Associazione medici cattolici italiani - perché un conto è denunciare un criminale, un conto un clandestino. Mi auguro che i medici non ricorrano a questa possibilità. La speranza è che in sede parlamentare ci siano modifiche a una norma ingiusta».


Sull'argomento è intervenuto anche l'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi: «I medici sanno qual è la loro deontologia e come affrontare e sciogliere questa questione. La solidarietà si sviluppa attraverso l'accoglienza, la condivisione e il rispetto della legalità. Si realizza soprattutto attraverso il rifiuto di qualsiasi discriminazione e quindi attraverso l'osservanza di una legge più profonda dentro il nostro cuore»

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