lunedì 9 febbraio 2009

ALCUNE RIFLESSIONI SULLA TRAGEDIA DI ELUANA ENGLARO

Molto è stato detto sulla trasparenza e la giustezza della posizione assunta dal Presidente della Repubblica, sul modo assolutamente indiscutibile in cui Napolitano ha interpretato il proprio ruolo di garante della Costituzione e il compito che la stessa gli affida. E molto è stato detto su come sia evidentemente e insopportabilmente propagandistica e strumentale la posizione del Presidente del Consiglio che usa questo dramma per attaccare la costituzione, l’opposizione e, forse soprattutto, per nascondere l’incapacità del governo di far fronte alla crisi che sta investendo le famiglie e il Paese.

Vorrei, da cristiano, fare alcune considerazioni meno politiche, ma che interessano la cultura e i valori di riferimento della nostra convivenza e una chiesa che appare dimenticare, in nome di una battaglia che è diventata ideologica, i valori di umanità e carità che ha saputo diffondere nel mondo.

Lo faccio ponendo alcune domande, forse retoriche, che credo ognuno dovrebbe porsi.

Quanta violenza si sta facendo ad un uomo come il papà di Eluana? Come è possibile accettare cristianamente che un padre che soffre da tanti anni la perdita della figlia, che è convinto di fare la sua volontà, venga messo alla gogna, presentato come un assassino? Cosa c’è di umano e di caritatevole in chi accusa di rappresentare la cultura della morte chi oggi soffre dopo aver maturato una scelta dolorosa che solo chi si trova in quelle condizioni può comprendere? Quanto è accettabile che in nome della cosiddetta cultura della vita si speculi politicamente su una vicenda umana tanto drammatica, mentre si vara una legge che in nome della sicurezza rende più difficile per gli immigrati curarsi o ricongiungersi con la propria famiglia mettendo in discussione diritti umani fondamentali? Quanto è coerente una chiesa che plaude agli strappi istituzionali per continuare ad alimentare una ragazza da 17 anni in stato vegetativo che da allora non conosce la vita, mentre si limita a poche dichiarazioni per censurare provvedimenti che colpiscono la vita di tante persone, magari non cristiane, ma certamente persone.

In tutto questo c’è un pericolo reale per la nostra società e la nostra convivenza,che vengano davvero a mancare valori e principi di riferimento. E’ così se valori e principi cambiano a seconda delle opportunità ed è soprattutto così se alla base di tutto non c’è il rispetto delle persone, dei loro sentimenti, delle loro opinioni, delle loro sofferenze.

Franco Mirabelli - Consigliere Regionale PD Lombardia

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