giovedì 16 aprile 2009

IL GOVERNO BUTTA 460 MILIONI E DICE NO ALL' ELECTION DAY

Vince il ricatto leghista.
Niente election day il 7 e 8 giugno. “Berlusconi ci tiene tanto a far sapere ai cittadini che lui comanda e decide; poi, però, si piega sempre ai ricatti di Bossi” attacca Dario Franceschini commentando il vertice di Palazzo Grazioli tra Pdl e Lega. Lasciando la riunione i capigruppo del Pdl, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto hanno spiegato che la maggioranza chiederà una consultazione alle opposizioni per verificare se l'ipotesi migliore per svolgere il referendum sia il 14 o il 21 di giugno.”Se si vuole risparmiare - hanno sottolineato i capigruppo - il 21 è l'ipotesi più percorribile”.


Così il governo dovrà varare un decreto per autorizzare uno sperpero di denaro pubblico, “perché questo farà Berlusconi per evitare l’election day –denuncia Ettore Rosato, deputato PD - si tratta di una scelta immorale e vergognosa perché nella prima ipotesi, quella del voto il 14 giugno, significa buttare dalla finestra 460 milioni di euro, se invece passerà la proposta di andare a votare il 21 giugno se ne butteranno “solo” 320 e con un decreto ad hoc”.


Anche la capogruppo PD al Senato, Anna Finocchiaro invita “a non sprecare ulteriori risorse pubbliche. È chiaro che hanno paura che il referendum raggiunga il quorum, e questo creerebbe seri rischi politici per la Lega. Noi facciamo appello al governo. Servono responsabilità e oculatezza. Il dramma del terremoto e la sacrosanta moderazione dei toni delle polemiche di questi giorni non ci può impedire di denunciare uno spreco che gli italiani non capirebbero”.


E in serata interviene anche il presidente della Camera Gianfranco Fini: "Sarebbe un peccato se per la paura di pochi il Governo rinunciasse a tenere il referendum il 7 giugno spendendo centinaia di milioni che potrebbero essere risparmiati". Già, un vero peccato

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